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domenica 17 luglio 2016

Tigmad, quando Roma conquistava anche con il cuore

L’INTREPIDO esploratore non credeva ai suoi occhi: davanti a lui, in parte sepolto sotto la sabbia del deserto algerino, un arco di trionfo romano! Quando nel 1765 lo scozzese James Bruce fece questa scoperta, non immaginava neppure di trovarsi sopra le rovine del più grande insediamento romano mai costruito nel Nordafrica: l’antica città di Thamugadi, oggi conosciuta come Timgad.
Arco di trionfo romano a Timgad
Oltre un secolo dopo, nel 1881, alcuni archeologi francesi avviarono gli scavi delle ben conservate rovine di Timgad. Conclusero che in netto contrasto con l’ambiente circostante arido e inospitale, qui gli abitanti godevano di uno stile di vita molto confortevole e lussuoso. Ma perché i romani fondarono una prospera colonia in un luogo simile? Cosa possiamo imparare da questa antica città e dai suoi abitanti?

UN DOPPIO FINE POLITICO

Quando nel I secolo a.E.V. (ovvero a.C.) i romani estesero il proprio impero all’Africa settentrionale, incontrarono feroce opposizione da parte di alcune tribù nomadi. Come potevano gli invasori stabilire rapporti pacifici con gli abitanti locali? Inizialmente i soldati della terza legione Augusta costruirono molte fortificazioni e avamposti militari nella vasta regione montagnosa che si trova nel nord dell’attuale Algeria. In seguito costruirono la città di Timgad, ma per un fine ben diverso.
Ufficialmente i romani fondarono la città di Timgad per i veterani dell’esercito, ma in realtà la costruirono con l’intento di indebolire la resistenza delle tribù locali. Il loro stratagemma riuscì. Lo stile di vita confortevole di Timgad iniziò presto a esercitare il proprio fascino sulle persone del posto che vi si recavano per vendere i propri prodotti. Nella speranza di essere accettati a Timgad, dove solo cittadini romani potevano risiedere, molti nativi si arruolavano volontariamente nella legione romana per un periodo prestabilito di 25 anni in modo da ottenere la cittadinanza romana per se stessi e per i propri figli maschi.
Non accontentandosi di essere semplici cittadini romani, alcuni africani arrivarono anche a raggiungere posizioni preminenti a Timgad o in altre città coloniali. L’astuta strategia dei romani per integrare i locali fu così efficace che, solo mezzo secolo dopo la sua fondazione, Timgad era abitata perlopiù da nordafricani.

ROMA CONQUISTA I CUORI

Rovine di un’area di mercato con eleganti colonnati a Timgad
Area con eleganti colonnati dove sorgeva il mercato
Come riuscirono i romani a conquistare così rapidamente il cuore degli indigeni? In parte dipese  dal favorire l’uguaglianza tra i cittadini, principio promosso dallo statista romano Cicerone. Il territorio venne equamente suddiviso tra i veterani romani e i cittadini di origine africana. La città fu progettata accuratamente, con isolati quadrangolari di 20 metri per lato, separati da vicoletti. Una tale disposizione ordinata ed equa era senza dubbio particolarmente attraente per gli abitanti.
Come in molte città romane, nei giorni di mercato le strade prendevano vita e gli abitanti potevano incontrarsi al foro per sentire le ultime novità e per partecipare a vari giochi. Nelle giornate più torride i nativi che vivevano sulle aride montagne circostanti sicuramente immaginavano di passeggiare lungo gli ombrosi colonnati o di ritemprarsi in una delle varie terme pubbliche al suono rilassante dell’acqua. Magari si vedevano seduti attorno a fresche fontane a chiacchierare con gli amici. Tutto ciò sarà stato per loro come sognare a occhi aperti.
Stele funeraria decorata con una triade di divinità romane e locali
Stele funeraria con una triade di divinità in alto

Anche il teatro ebbe un ruolo chiave nel conquistare il cuore delle persone. Con oltre 3.500 posti a sedere, riusciva a ospitare i chiassosi spettatori che affluivano dalla stessa Timgad e dalle città vicine. Gli attori introdussero il pubblico al gusto romano per i divertimenti dissoluti con spettacoli caratterizzati da immoralità e violenza.
La religione romana ebbe un ruolo altrettanto importante. I pavimenti e i muri delle terme erano riccamente decorati con mosaici colorati che mostravano scene della mitologia pagana. Dato che i bagni termali facevano parte della vita quotidiana, gli abitanti gradualmente familiarizzarono con la religione e le divinità romane. Il tentativo di far adottare agli africani la cultura romana fu talmente efficace che le stele funerarie spesso riportavano triadi di divinità sia locali che romane.
Gli archeologi che riportarono alla luce le rovine di Timgad trovarono al foro un’iscrizione latina che li fece sorridere: “Cacciare, andare alle terme, giocare, ridere: questa è vita!” Secondo uno storico francese in quest’iscrizione “echeggia una filosofia magari poco ambiziosa, ma che è considerata da alcuni il segreto della saggezza”.
In effetti i romani seguivano questo stile di vita da diverso tempo. Un cristiano vissuto nel I secolo, l’apostolo Paolo, parlò di persone la cui filosofia di vita era: “Mangiamo e beviamo, poiché domani moriremo”. Sebbene fossero religiosi, i romani vivevano per il piacere momentaneo, senza interrogarsi più di tanto sul vero senso o scopo della vita. 
Le sue notevolissime rovine sono un esempio della griglia con cui venivano costruite le città romane.

Nel V secolo Timgad fu saccheggiata dai Vandali, causando il lento declino. Nel 535 la città venne occupata dal generale bizantino Salomone, mentre nel VII secolo essa venne fatta oggetto di un’opera di ripopolamento come un centro di primaria importanza per la Cristianità; in seguito ad un saccheggio da parte dei Berberi, Timgad venne però definitivamente abbandonata. 
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