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martedì 14 aprile 2015

FOX : NON UN AMICO MA UNA CARTA A CUI NESSUNO VUOLE RINUNCIARE


LETTERE A LUCILIO DI SENECA
Libro 1



  1. Mi scrivi che hai dato a un tuo amico delle lettere da consegnarmi; mi inviti poi a non discutere con lui di tutto quello che ti riguarda, poiché tu stesso non ne hai l'abitudine. Così nella stessa lettera affermi e poi neghi che quello è tuo amico. Se usi una parola specifica in senso generico e lo chiami amico come noi chiamiamo "onorevoli" tutti quelli che aspirano a una carica pubblica, oppure salutiamo con un "caro" chi incontriamo, se il nome non ci viene in mente, lasciamo perdere.
  2. Ma se consideri amico uno e non ti fidi di lui come di te stesso, sbagli di grosso e non conosci abbastanza il valore della vera amicizia. Con un amico decidi tranquillamente di tutto, ma prima decidi se è un amico: una volta che hai fatto amicizia, ti devi fidare; prima, però, devi decidere se è vera amicizia. Confondono i doveri dell'amicizia sovvertendone l'ordine le persone che, contrariamente agli insegnamenti di Teofrasto, dopo aver concesso il loro affetto, cominciano a giudicare e, avendo giudicato, non mantengono l'affetto. Rifletti a lungo se è il caso di accogliere qualcuno come amico, ma, una volta deciso, accoglilo con tutto il cuore e parla con lui apertamente come con te stesso.
  3. Vivi in modo da non aver segreti nemmeno per i tuoi nemici. Poiché, però ci sono cose che è abitudine tener nascoste, dividi con l'amico ogni tua preoccupazione, ogni tuo pensiero. Se lo giudichi fidato, lo renderai anche tale. Chi ha paura di essere ingannato insegna a ingannare e i suoi sospetti autorizzano ad agire disonestamente. Perché di fronte a un amico dovrei pesare le parole? Perché davanti a lui non dovrei sentirmi come se fossi solo?
    1. C'è gente che racconta al primo venuto fatti che si dovrebbero confidare solo agli amici e scarica nelle orecchie di uno qualunque i propri tormenti. Altri, invece, temono persino che le persone più care vengano a sapere le cose e nascondono sempre più dentro ogni segreto, per non confidarlo, se potessero, neppure a se stessi. Sono due comportamenti da evitare perché è un errore sia credere a tutti, sia non credere a nessuno, ma direi che il primo è un difetto più onesto, il secondo più sicuro.

        1.  Mi chiedi che cosa secondo me dovresti soprattutto evitare? La folla. Non puoi ancora affidarti a essa tranquillamente. Quanto a me, ti confesserò la mia debolezza: quando rientro non sono mai lo stesso di prima; l'ordine interiore che mi ero dato, in parte si scompone. Qualche difetto che avevo eliminato, ritorna. Capita agli ammalati che una prolungata infermità li indebolisca al punto di non poter uscire senza danno: così è per me, reduce da una lunga malattia spirituale. 2 I rapporti con una grande quantità di persone sono deleterî: c'è sempre qualcuno che ci suggerisce un vizio o ce lo trasmette o ce lo attacca a nostra insaputa. Più è la gente con cui ci mescoliamo, tanto maggiore è il rischio. Ma non c'è niente di più dannoso alla morale che l'assistere oziosi a qualche spettacolo: i vizi si insinuano più facilmente attraverso i piaceri. 3 Capisci che cosa intendo dire? Ritorno più avaro, più ambizioso, più dissoluto, anzi addirittura più crudele e disumano, poiché sono stato in mezzo agli uomini. 


lunedì 13 aprile 2015

TIM BURTON ...Il.suo splendore senza tempo

Tim Burton deve essere molto soddisfatto del suo ruolo nella storia della settima arte. Al contrario del resto dei registi hollywoodiani, è uno che è riuscito a crearsi una nicchia tutta sua, fatta di parabole gentili e malinconiche, di universi personalissimi e visionari, con uno stile sofisticato e assolutamente inconfondibile, nonché contaminato dalle atmosfere espressioniste dei classici dell'horror del passato (quelli della Hammer tanto per intenderci) che ogni tanto colora con i suoi pastelli ultrakitch. Anche noi facciamo parte di quel microcosmo solo all'apparenza così minaccioso. Ne facciamo parte nel momento in cui sentiamo che le parole dei personaggi che animano i suoi film sono le stesse che sentiamo noi nel momento di massima solitudine e di estrema incomprensione.                                                                      

Il senso di incompiutezza di Edward mani di forbice quando ripete «Non mi ha finito» e quella promessa nuziale che non rimane proprio in mente di fronte alla sposa umana (e non cadavere) sono momenti che universalmente attraversiamo tutti: il lutto e la perdita della persona che più ami e che interrompe bruscamente un cammino fatto assieme, e poi quel senso di incomunicabilità del sentimento umano di fronte a chi sai che presto o tardi andrà via. Sfugge tutto. Il cinema di questo autore per primo elude la realtà urbana e racconta un mondo interiore che si fa esteriore, un mondo "introverso", nel quale lui stesso si rifugiava da bambino asociale quale era. Tim Burton è accattivante proprio per questo: non ci si può non ritrovare in almeno uno dei suoi personaggi.

Un talento assoluto
Ed è esattamente questo ciò che lui vuole fare, partire dalla diversità per renderci tutti uguali, senza deludere mai le aspettative e costruendo storie che sono al servizio di un unico sentimento: l'amore vero. Burton ama e rispetta tutti, i vivi e i morti, i mostri e i normali.
Guardi un suo film e ti chiedi come faccia a fare tutto e così bene. La risposta è più facile di quel che si creda: perché possiede un talento che forse nemmeno lui sa di avere. Perché sposa il bianco e il nero (colori che ama moltissimo) con delle imponenti scenografie di stampo espressionista e miscela il tutto con delle partiture musicali da Oscar.

 A noi non resta che dire di sì e sperare, ardentemente, che questo amore vero non abbia mai fine.
È come se con ogni suoi film, questo tenebroso punk geniale e fortunato, prendesse la mano dello spettatore e rinnovasse una promessa che suona grossomodo così: «Con questa mano dissipo i tuoi affanni ».

I tuoi pensieri fissi tipici della personalita' borderline : il signore dello scaldabagno con la goccia

- il mondo è pericoloso e cattivo;                                         

- io sono impotente e vulnerabile;

- io sono intrinsecamente inaccettabile.

Ti porteranno a reazioni banali ,prevedibili,in cui l'unico aspetto degno di nota e' la tua putrefazione intellettiva.

Ma non sara' che il segno di una ormai chiara disfunzione della regolazione emotiva ed erettile, probabilmente condizionata da una predisposizione biologica, e aggravata dall’interazione con un ambiente familiare invalidante. TU reagisci agli stimoli con scosse molto intense e durature...e' una pena vederti in preda a queste reazioni rabbiose incontrollabili...

Peccato! Solo per il fatto oggetivo che io sia affetta dal virus di "indifferenza cronica verso i mediocri",meglio conosciuto come "stronze si nasce" ,questo mi porta ,per quanto tu faccia ,dica,ti scuota ,a consigliarti,ma solo per spirito di carita' :

--componi una canzone

--componi un epitaffio
                                                                   
--smanetta 72 ore sulla tastiera

--datti al turpiloquio

--fatti una sega inserendo dei sostegni

--fai un remix delle mie cazzate

--fai un remix delle tue

--fatti una scopata con Barbiebarbiturico ..sara' l'unica a non accorgersi delle tue flaccidita'

--chiedi aiuto a qualcuno e insieme fate un bel linciaggio...il sangue mi piace



Nulla di quello che farai potra' cambiare l'odore che emani,il colore che hai.

Sei la brutta copia di Fabri Fibra...Con una sola parola del suo scarno vocabolario continua a scrivere canzoni.
Cosi' tu,brutta copia anche di te stesso.


domenica 12 aprile 2015

amo Duke Nukem !!! Altro che gli speakers di pal talk

Presidente della GEARBOX e creatore del personaggio di Duke Nukem, Pitchford non era che un semplice prestigiatore di Hollywood,quando  a meta' degli anni  '90 decise di trasferirsi a Dallas per entrare in Apogee.


Pithcford non e' un semplice presidente in giacca e cravatta.Adora videogiocare e continua a farlo.
Il mito di Duke non sarebbe esistito senza il contributo del suo eccellente doppiatore: con il suo timbro sensuale e baritonale Jon St. John ha contribuito a dare vita all'eroe da oltre un decennio.
Timbro avvolgente,irriverente,ironico...folle e sboccato quanto basta...un mito!!
Una voce leggendaria!


IMPERAFROTTOLA E GENOVEFFA : IMPARATE A VIVERE CON GLI ALTRI E FUORI DALLA CUCCIA

chiedo scusa alla razza canina tutta...ma non ho trovato nessu esempio che fosse piu' calzante.
incapacita' di confrontarsi..incapacita' di vivere.

LA " SINDROME DA DEPRIVAZIONE SENSORIALE ": LE CAUSE.
Nei casi più gravi il cane è rimasto completamente isolato, in uno spazio ridotto. Più sovente ha la compagnia di altri cani, e vede ogni giorno delle persone; sempre le stesse però. Alcune volte si tratta di cani che vivono in una condizione che potremmo definire ideale: in casa, in una famiglia che li cura e ne è affezionata. Eppure anche in questo caso il cane non ha comunque la possibilità di affrontare il mondo esterno
I mesi passano, e per il cucciolone le possibilità di essere adottato si riducono. Non solo perché non ha più l’aspetto tenero e invitante di un cucciolo,ANZI... ma anche perché ormai la sua reazione alle persone sconosciute è sempre più  di evitamento.

Ogni suono, movimento, oggetto che incontra può mettere in 

crisi il suo fragile equilibrio.

Un cane affetto da sindrome di privazione sensoriale può 

manifestare sintomi diversi: reazione di paura a certi stimoli,  

ansia, aggressività da autodifesa verso l’uomo e/o i propri 

simili, iper attaccamento, incapacità di restare da solo (ansia da separazione), depressione.

Insomma state messe male....e, con un francesismo,...'sti caxxi 

se state messe male!!