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sabato 4 giugno 2016
morto Muhammad Ali, il pugno d'acciaio corroso dal parkinson
venerdì 3 giugno 2016
giovedì 2 giugno 2016
mercoledì 1 giugno 2016
«Quanto è totale la presenza, altrettanto è radicale l’assenza».
Simone de Beauvoir, “Memorie d’una ragazza perbene”
LASCIA CHE IO PIANGA LA CRUDA SORTE
FATTI PER SOFFRIRE.
Non so quanti lettori al nome di Farinelli associano i castrati per finalità musicale, o “cantori evirati”. La castrazione dei maschi in età prepuberale al fine di mantenere la voce acuta, fu pratica costante nella Roma papalina. Soprattutto nel periodo barocco, per le esigenze delle cantate di soprano e contralto (nelle quali non potevano essere impiegate le donne), vi fu il boom di impiego nelle cantorie.
La stessa pratica, sia detto per inciso, si aveva la parte dei mussulmani che avendo la necessità di impiegare gli eunuchi negli harem e non potendo castrare per espresso divieto del Corano, demandavano tale compito ai cristiani.
Il principe dei cantanti lirici castrati fu senza dubbio Carlo Broschi, detto Farinelli. Nacque ad Andria nel 1705 e morì a Bologna nel 1782. Ebbe una seria preparazione musicale a cui fu indirizzato, assieme al fratello Riccardo, fin da piccolo. Fu proprio Riccardo, all’indomani della morte del padre, a volere per Carlo la castrazione, eseguita nel 1717. Farinelli fu il nome d’arte (tutti i castrati sceglievano il proprio) che ben presto divenne famoso in Italia e in Europa grazie alle eccelse performance raggiunte. Egli eccelleva sia nel registro leggero che nel registro patetico. Nella sua voce si trovavano riunite la forza, la dolcezza e l’estensione. Un consenso praticamente unanime ancor oggi assegna a Farinelli il riconoscimento del più grande cantante nella storia dell’opera lirica.
Malgrado l’enorme successo e il potere che ne conseguì, Farinelli soffrì fino alla fine dei suoi giorni di solitudine e di malinconia.
Nel 1994 il regista belga Gérard Corbiau ha realizzato il film “Farinelli – Voce regina”. Uno dei pregi di questo film è l’aver riprodotto la voce angelica di Farinelli grazie al computer e a sofisticati accorgimenti elettronici.
martedì 31 maggio 2016
lunedì 30 maggio 2016
domenica 29 maggio 2016
Una tomba per le lucciole. Perchè devi assolutamente vederlo.
Capolavoro del cinema d'animazione,diretto dal maestro Isao Takahada,cofondatore dello Studio Ghibli. Edito nelle sale giapponesi nel 1988,questa pellicola è uno sconvolgente quanto tragicamente vero spaccato sulla vita durante il secondo conflitto mondiale in stile fortemente neorealista.
Un film struggente, doloroso, a volte quasi insopportabile ma allo stesso tempo vero,onesto e poetico come pochi altri.
La disperazione, la paura della morte e della fame annullano ogni capacità cognitiva e, per alcuni, neanche l'amore per i propri cari fa differenza.
Un film struggente, doloroso, a volte quasi insopportabile ma allo stesso tempo vero,onesto e poetico come pochi altri.
La disperazione, la paura della morte e della fame annullano ogni capacità cognitiva e, per alcuni, neanche l'amore per i propri cari fa differenza.
Sebbene il film cominci mostrando la morte del protagonista sarebbe sbagliato e superficiale affermare che La tomba delle lucciole ci voglia mostrare soltanto la morte causata dalla guerra, è qualcosa di più: un monito.
Questo film è una perfetta immagine della vita e dell'animo umano,di come essi vengano storpiati e snaturati dal conflitto,dell'individualità dell'uomo,della sua indifferenza di fronte alle difficoltà dei più deboli,di come ogni individuo tenti di sopravvivere. Pertanto la morte può essere indicata solo come una conseguenza;l'inevitabile conclusione di un sentiero che la guerra obbliga a percorrere.
Nel caso specifico de La tomba delle lucciole sarà ilquattordicenne Seita,costretto dai bombardamenti su Kōbe, ad imboccare il sentiero del dolore, della fame e della morte. Sentiero che lo porterà a doversi prendere cura della sorellina Setsuko di appena quattro anni e a fuggire da Kōbe in cerca di un luogo in cui proteggersi dai bombardamenti.
Il film è uscito per la prima volta al cinema in Italia solo il 10 e 11 novembre 2015. Vergognosamente poco a dir la verità, ma ormai siamo tristemente famosi per il rarissimo riconoscimento dei contenuti importanti , soprattutto per la fascia di intrattenimento dedicata ai ragazzi.
Ma questa forse non e' una pellicola adatta nè ai ragazzi, nè agli adulti snaturati e distorti da quest'epoca alla stessa stregua di come si è eviscerati da una guerra, di tutti i nostri migliori sentimenti e della nostra sensibilità.
Vi lascio il link di questo capolavoro di pura poesia . Un consiglio: armatevi di fazzolettini.Una tomba per le lucciole (1988)
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