Benvenuti
sabato 15 agosto 2015
Hai negli occhi i suoi occhi. Sei parole distratte. Mangi poesie d’amore. Sei un cielo stellato.Ma ti sei persa.
Sempre caro mi fu quest'ermo colle, E questa siepe, che da tanta parte Dell'ultimo orizzonte il guardo esclude. Ma sedendo e mirando, interminati Spazi di là da quella, e sovrumani Silenzi, e profondissima quiete Io nel pensier mi fingo; ove per poco Il cor non si spaura. E come il vento Odo stormir tra queste piante, io quello Infinito silenzio a questa voce Vo comparando: e mi sovvien l'eterno, E le morte stagioni, e la presente E viva, e il suon di lei. Così tra questa Immensità s'annega il pensier mio: E il naufragar m'è dolce in questo mare. |
Barone di Posillipo faccia il suo mestiere . Io so fare il mio e come diceva Toto'....ma mi faccia il piacere !! baroneeeee prrrrrrrrrrrrrrrrrrrr...ahahahahahh
BARONEEEEEEEEEEEEEE PRRRRRRRRRRRRRRRRR AHAHAHAHAHAHAHHH
Sono vera, sono dolce, sono incazzosa, sono buona come il pane, ma sono iena se necessario,........sono un' eterna romantica, ...sono silenziosa,.....sono tagliente se serve..,sono accomodante,...ho mille difetti e ognuno di esso va a comporre un pezzo dell'altra me!!..ma ho anche tanti pregi....e questi sono l altra metà di me.
venerdì 14 agosto 2015
giovedì 13 agosto 2015
L’anima selvaggia della donna è intuito, è stare con sicurezza e orgoglio nel proprio corpo indipendentemente dai suoi doni o dai suoi limiti, è parlare e agire per proprio conto in prima persona, essere consapevoli, vigili, rifarsi ai poteri femminili innati dell’intuito e della percezione. Riprendere i propri cicli naturali, scoprire a cosa si appartiene, considerare la propria dignità e integrità.
No, niente di niente!
No, non rimpiango niente!
Né il bene che mi hai fatto
né il male, tutto questo mi è indifferente.
No, non rimpiango niente!
Né il bene che mi hai fatto
né il male, tutto questo mi è indifferente.
No, niente di niente!
No, non rimpiango niente!
È stato tutto pagato, cancellato, dimenticato.
Me ne frego del passato!
No, non rimpiango niente!
È stato tutto pagato, cancellato, dimenticato.
Me ne frego del passato!
Coi miei ricordi,
ci accendo il fuoco,
i miei dispiaceri e i miei piaceri,
non ho più bisogno di loro!
ci accendo il fuoco,
i miei dispiaceri e i miei piaceri,
non ho più bisogno di loro!
Cancellati gli amori
e tutti i loro tremolii,
cancellati per sempre.
Riparto da zero.
e tutti i loro tremolii,
cancellati per sempre.
Riparto da zero.
No, niente di niente!
No, non rimpiango niente!
Né il bene che mi hai fatto
né il male, tutto questo mi è indifferente.
No, non rimpiango niente!
Né il bene che mi hai fatto
né il male, tutto questo mi è indifferente.
No, niente di niente!
Poiché oggi, la mia vita, le mie gioie
tutto riparte con te.
Poiché oggi, la mia vita, le mie gioie
tutto riparte con te.
No, niente di niente!
No, non rimpiango niente!
perchè a mia vita, perchè le mie gioie,
oggi, le comincio con te
No, non rimpiango niente!
perchè a mia vita, perchè le mie gioie,
oggi, le comincio con te
Codice
Proteggi la tua famiglia,
Onora gli anziani,
Insegna al giovane,
Sii leale con i vostri amici,
Esprimi la tua opinione,
Stai sulla tua terra,
Prendi il controllo quando gli altri,
mostrano debolezza,
Gioca quando è possibile,
Lavoro quando è necessario,
lascia sempre il segno.
Onora gli anziani,
Insegna al giovane,
Sii leale con i vostri amici,
Esprimi la tua opinione,
Stai sulla tua terra,
Prendi il controllo quando gli altri,
mostrano debolezza,
Gioca quando è possibile,
Lavoro quando è necessario,
lascia sempre il segno.
Saluti e sorrisi per tutti....confidenza ai pochi e veri amici...indifferenza per chi non merita nient'altro...e un sincero vaffanculo a chi mi parla alle spalle.
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato due occhi
Che quando li apro
Chiaramente vedo
Il nero e il bianco,
Chiaramente vedo il cielo alto
Brillare al fondo,
Nella moltitudine
L'uomo che amo.
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato l'udito
Così certo e chiaro
Sento notti e giorni
Grilli e canarini
Turbini martelli
E lunghi pianti di cani
E la voce tenera
del mio amato
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato il passo
Dei miei piedi stanchi
Con loro ho attraversato
Città e pozze di fango
Lunghe spiagge vuote
Valli e poi alte montagne
E la tua casa la tua strada
Il tuo cortile
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Del mio cuore in petto
Il battito chiaro
Quando guardo il frutto
Della mente umana
Quando vedo la distanza
Tra il bene e il male
Quando guardo il fondo
Dei tuoi occhi chiari
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto
Mi ha dato il sorriso
E mi ha dato il pianto
Così io distinguo
La buona o brutta sorte
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato due occhi
Che quando li apro
Chiaramente vedo
Il nero e il bianco,
Chiaramente vedo il cielo alto
Brillare al fondo,
Nella moltitudine
L'uomo che amo.
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato l'udito
Così certo e chiaro
Sento notti e giorni
Grilli e canarini
Turbini martelli
E lunghi pianti di cani
E la voce tenera
del mio amato
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Mi ha dato il passo
Dei miei piedi stanchi
Con loro ho attraversato
Città e pozze di fango
Lunghe spiagge vuote
Valli e poi alte montagne
E la tua casa la tua strada
Il tuo cortile
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto,
Del mio cuore in petto
Il battito chiaro
Quando guardo il frutto
Della mente umana
Quando vedo la distanza
Tra il bene e il male
Quando guardo il fondo
Dei tuoi occhi chiari
Grazie alla vita
Che mi ha dato tanto
Mi ha dato il sorriso
E mi ha dato il pianto
Così io distinguo
La buona o brutta sorte
Buongiorno! "E lei è bella, di quell’ autentica bellezza che sa ancora riservarti una sorpresa, quella bellezza che è davvero tale perché non sa di esserlo. Selvatica, come gli spiriti indomabili con cui puoi attraversare l’anima del mondo ma che non puoi afferrare mai. Onesta, con la sensibilità segreta dei fiori e buffa, con le sue stranezze perfette." - M. Bisotti -
mercoledì 12 agosto 2015
La parola a tutti i costi è presunzione. Se non si ha niente da dire o, peggio ancora, si parla per destare stupore negli altri oppure autocompiacimento, si finisce per pensare ciò che si dice e non dire ciò che si pensa. La parola umile è quella che nasce dal cuore e non fa caso al clamore che provoca.
Qual è l'ingrediente segreto per una canzone perfetta? Se vi capitasse di chiederlo a Ozark Henry , uno che lavora da sempre sulla forma del pop e sui suoi esiti migliori, vi risponderebbe "l'alchimia" e su questo sarebbe d'accordo anche David Bowie, fan del primo album di Ozark definito dal Duca Bianco "il miglior disco di debutto dell'anno" (1996) e non a caso Ozark Henry in Francia è soprannominato 'Le Jeune Bowie fiammingo' .
La triste storia della baronessa Beatrice Cenci
Il barone Francesco Cenci nacque a Roma nel 1549 e quando suo padre morì ereditò un immensa fortuna da fare invidia al Papa stesso. Francesco si sposò con Ersilia Santacroce dalla quale ebbe diversi figli Antonia, Beatrice, Giacomo, Cristoforo, Rocco, Bernardo e Paolo.
Francesco era un uomo violento e rissoso, oltre che parsimonioso e spilorcio; egli trattava i figli molto severamente e li faceva vivere in uno stato di indigenza, facendogli mancare anche il necessario. Alla morte della moglie spedì le sue due figlie in convento presso il monastero di Santa Croce in Montecitorio. Giacomo, Cristoforo e Rocco, stufi della loro situazione, iniziarono a contrarre debiti e a sottrarre denaro e gioielli al loro padre padrone.
Nel 1598 Francesco fu arrestato in seguito ad un accusa di abusi sessuali, fu costretto a pagare una forte ammenda per essere scarcerato e scagionato dalla terribile ed infamante imputazione.
IL DELITTO
Francesco, “nascondendo” la figlia, voleva evitare che qualche pretendente la sposasse e quindi egli sarebbe stato costretto a versare un’eventuale dote.
Purtroppo, nonostante i subdoli tentativi del padre di tenerla fuori dal mondo, la nostra riuscì a scrivere delle lettere a suo fratello Giacomo e ad alcuni parenti, nelle quali si denunciava le violenze e sevizie a cui dovevano sottostare lei e la matrigna. Quando il rude signore della castello scoprì questa corrispondenza epistolare picchiò la figlia fino a quasi ammazzala.
Beatrice non demorse e così messosi d’accordo con il precedente proprietario Olimpio Galvetti, forse suo amante, in combutta con un certo Marzio Catalano, il 9 settembre del 1598 uccisero Francesco. Olimpio e Marzio, prima lo immobilizzarono e dopo lo uccisero a colpi di martello, in fine presero il corpo di Francesco, lo buttarono dalle scale di legno della rocca. Una volta tumulato il corpo del defunto barone, la figlia, la moglie e i due sicari partirono alla volta di Roma.
furono così ritenuti colpevoli del delitto Beatrice, Giacomo, Bernardo e Lucrezia, la vera e sola mandante del delitto. Nonostante l’appassionata requisitoria del giureconsulto Prospero Farinacci, e l’accusa di violenza sessuale perpetrata ai danni della figlia.
Francesco era un uomo violento e rissoso, oltre che parsimonioso e spilorcio; egli trattava i figli molto severamente e li faceva vivere in uno stato di indigenza, facendogli mancare anche il necessario. Alla morte della moglie spedì le sue due figlie in convento presso il monastero di Santa Croce in Montecitorio. Giacomo, Cristoforo e Rocco, stufi della loro situazione, iniziarono a contrarre debiti e a sottrarre denaro e gioielli al loro padre padrone.
Nel 1598 Francesco fu arrestato in seguito ad un accusa di abusi sessuali, fu costretto a pagare una forte ammenda per essere scarcerato e scagionato dalla terribile ed infamante imputazione.
IL DELITTO
Francesco, “nascondendo” la figlia, voleva evitare che qualche pretendente la sposasse e quindi egli sarebbe stato costretto a versare un’eventuale dote.
Purtroppo, nonostante i subdoli tentativi del padre di tenerla fuori dal mondo, la nostra riuscì a scrivere delle lettere a suo fratello Giacomo e ad alcuni parenti, nelle quali si denunciava le violenze e sevizie a cui dovevano sottostare lei e la matrigna. Quando il rude signore della castello scoprì questa corrispondenza epistolare picchiò la figlia fino a quasi ammazzala.
Beatrice non demorse e così messosi d’accordo con il precedente proprietario Olimpio Galvetti, forse suo amante, in combutta con un certo Marzio Catalano, il 9 settembre del 1598 uccisero Francesco. Olimpio e Marzio, prima lo immobilizzarono e dopo lo uccisero a colpi di martello, in fine presero il corpo di Francesco, lo buttarono dalle scale di legno della rocca. Una volta tumulato il corpo del defunto barone, la figlia, la moglie e i due sicari partirono alla volta di Roma.
furono così ritenuti colpevoli del delitto Beatrice, Giacomo, Bernardo e Lucrezia, la vera e sola mandante del delitto. Nonostante l’appassionata requisitoria del giureconsulto Prospero Farinacci, e l’accusa di violenza sessuale perpetrata ai danni della figlia.
L’11 settembre, data fatidica ed evocativa, del 1599 appena ventiduenne, Beatrice fu portata sopra Ponte Sant’Angelo a Roma, davanti a Castel Sant’Angelo, al di qua del Tevere, e fu decapitata, Lucrezia subì la stessa sorte, invece Giacomo fu squartato, Bernardo, in considerazione della sua giovane età fu condannato al carcere a vita, ma prima dovette assistere alla esecuzione dei suoi parenti e la cosa lo sconvolse a tal punto da renderlo pazzo; così fu internato in un manicomio dove morì senza essere seppellito.
Il corpo della baronessa Beatrice Cenci fu raccolto dai frati cappuccini che, insieme a una folla commossa, venne portata in processione fino alla chiesa di San Pietro in Montorio, dove fu seppellita sotto l’altere maggiore, tutta ornata di rose con il capo poggiato su un piatto d’argento, come omaggio ad una vittima della sopraffazione dei potenti.
Questo è il triste epilogo della storia di una giovane nobildonna, martire inconsapevole di una giustizia spettacolare di un’epoca crudele e violenta e nonostante, il potente di turno, ne uccise le spoglie mortali, il suo mito dura ancora oggi, riproposto da autori come Sthendhal, Shelley e Guerrazzi, solo per citarne alcuni.
Il corpo della baronessa Beatrice Cenci fu raccolto dai frati cappuccini che, insieme a una folla commossa, venne portata in processione fino alla chiesa di San Pietro in Montorio, dove fu seppellita sotto l’altere maggiore, tutta ornata di rose con il capo poggiato su un piatto d’argento, come omaggio ad una vittima della sopraffazione dei potenti.
Questo è il triste epilogo della storia di una giovane nobildonna, martire inconsapevole di una giustizia spettacolare di un’epoca crudele e violenta e nonostante, il potente di turno, ne uccise le spoglie mortali, il suo mito dura ancora oggi, riproposto da autori come Sthendhal, Shelley e Guerrazzi, solo per citarne alcuni.
IL MITO
Molte sono le leggende che aleggiano intorno alla crudele e prematura fine di Beatrice, la più famosa è quella nella quale si narra che il suo fantasma apparirebbe la sera dell’11 settembre di ogni anno sugli spalti della Rocca di Petrella Salto.
Molte sono le leggende che aleggiano intorno alla crudele e prematura fine di Beatrice, la più famosa è quella nella quale si narra che il suo fantasma apparirebbe la sera dell’11 settembre di ogni anno sugli spalti della Rocca di Petrella Salto.
Nel comune di Cappadocia vi è la Grotta di Beatrice Cenci, un suggestivo antro nel quale pare si odano strani lamenti e sommessi pianti, in ogni caso, non bisogna dimenticare che le grotte posso creare illusioni uditive.
Venne identificata erroneamente con la grotta in cui sarebbe stato imprigionato dai briganti nel 1598 Francesco Cenci, poi liberato dalla figlia Beatrice; in realtà la rocca dei Cenci non si trova presso Petrella Liri, ma a Petrella Salto (Rieti).
Venne identificata erroneamente con la grotta in cui sarebbe stato imprigionato dai briganti nel 1598 Francesco Cenci, poi liberato dalla figlia Beatrice; in realtà la rocca dei Cenci non si trova presso Petrella Liri, ma a Petrella Salto (Rieti).
martedì 11 agosto 2015
La menzogna che viviamo, di Spencer Cathcart
In questo momento potresti essere ovunque, potresti fare qualsiasi cosa, invece sei seduto da solo di fronte a uno schermo.
Ma cos’è che ci ferma dal fare quel che vogliamo fare? Dall’essere ciò che vogliamo essere?
Ogni giorno ti svegli nella stessa stanza e segui gli stessi schemi, vivi la stessa giornata del giorno prima.
E’ pur vero che un tempo ogni giorno era una nuova avventura.
Lungo la strada è cambiato qualcosa.
Prima i nostri giorni non avevano tempo, ora sono schematici.
E’ questo che vuol dire crescere? Essere liberi?
Ma siamo veramente liberi?
Ma cos’è che ci ferma dal fare quel che vogliamo fare? Dall’essere ciò che vogliamo essere?
Ogni giorno ti svegli nella stessa stanza e segui gli stessi schemi, vivi la stessa giornata del giorno prima.
E’ pur vero che un tempo ogni giorno era una nuova avventura.
Lungo la strada è cambiato qualcosa.
Prima i nostri giorni non avevano tempo, ora sono schematici.
E’ questo che vuol dire crescere? Essere liberi?
Ma siamo veramente liberi?
Cibo, acqua, terra. Le uniche cose che ci servono per sopravvivere sono possedute dalle società.
Non c’è più cibo per noi sugli alberi, né acqua potabile nei fiumi, né terra dove si possa costruire una casa.
Se provi a prendere quello che ha da darti la Terra sarai isolato.
Quindi seguiamo le loro regole.
Abbiamo scoperto il mondo attraverso i libri di testo.
Per anni stiamo seduti e ripetiamo quello che ci viene detto.
Sottoposti a prove e classificati come soggetti da laboratorio.
Non c’è più cibo per noi sugli alberi, né acqua potabile nei fiumi, né terra dove si possa costruire una casa.
Se provi a prendere quello che ha da darti la Terra sarai isolato.
Quindi seguiamo le loro regole.
Abbiamo scoperto il mondo attraverso i libri di testo.
Per anni stiamo seduti e ripetiamo quello che ci viene detto.
Sottoposti a prove e classificati come soggetti da laboratorio.
Cresciuti per non essere mai niente di speciale in questo mondo, per non creare differenze.
Abbastanza intelligenti da fare il nostro lavoro ma non da chiederci il perché lo facciamo.
Quindi lavoriamo duro e non abbiamo mai tempo di vivere la vita per cui stiamo lavorando.
Finché arriva un giorno in cui siamo troppo vecchi per il nostro lavoro e siamo lasciati a morire.
Saranno i nostri figli a prendere il nostro posto.
Per noi il nostro cammino è importante, ma insieme non siamo altro che carburante.
Abbastanza intelligenti da fare il nostro lavoro ma non da chiederci il perché lo facciamo.
Quindi lavoriamo duro e non abbiamo mai tempo di vivere la vita per cui stiamo lavorando.
Finché arriva un giorno in cui siamo troppo vecchi per il nostro lavoro e siamo lasciati a morire.
Saranno i nostri figli a prendere il nostro posto.
Per noi il nostro cammino è importante, ma insieme non siamo altro che carburante.
Il carburante dell’élite. L’élite che c’è dietro le multinazionali.
E’ il loro mondo e la risorsa più preziosa non è nella terra: siamo noi.
Noi costruiamo le loro città, noi mettiamo in moto le loro macchine, noi combattiamo le loro guerre.
Dopo tutto, ciò che li guida non sono i soldi: è il potere.
I soldi sono semplicemente l’arma che usano per dominarci.
Inutili pezzi di carta da cui dipendiamo per sfamarci, per spostarci, per divertirci.
E’ il loro mondo e la risorsa più preziosa non è nella terra: siamo noi.
Noi costruiamo le loro città, noi mettiamo in moto le loro macchine, noi combattiamo le loro guerre.
Dopo tutto, ciò che li guida non sono i soldi: è il potere.
I soldi sono semplicemente l’arma che usano per dominarci.
Inutili pezzi di carta da cui dipendiamo per sfamarci, per spostarci, per divertirci.
Ci danno i soldi e in cambio noi gli diamo il mondo.
Dove c’erano alberi che pulivano la nostra aria ora ci sono fabbriche che la inquinano.
Dove c’era acqua da bere, ci sono rifiuti tossici che puzzano.
Dove gli animali correvano liberi, ci sono le imprese agricole che li fanno nascere e li scuoiano per il nostro appetito.
Dove c’erano alberi che pulivano la nostra aria ora ci sono fabbriche che la inquinano.
Dove c’era acqua da bere, ci sono rifiuti tossici che puzzano.
Dove gli animali correvano liberi, ci sono le imprese agricole che li fanno nascere e li scuoiano per il nostro appetito.
Oltre un miliardo di persone muore di fame anche se c’è abbastanza cibo per tutti. Dove va a finire?
Il 70% del grano che coltiviamo è cibo destinato a ingrassare gli animali che mangiamo per cena.
Perché dovremmo aiutare chi muore di fame quando non guadagneremmo nulla con ciò?
Siamo la piaga che affligge la Terra, devastiamo quello che ci permette di vivere.
Il 70% del grano che coltiviamo è cibo destinato a ingrassare gli animali che mangiamo per cena.
Perché dovremmo aiutare chi muore di fame quando non guadagneremmo nulla con ciò?
Siamo la piaga che affligge la Terra, devastiamo quello che ci permette di vivere.
Vediamo tutto come qualcosa che può essere venduto, come un oggetto da possedere.
Ma cosa accadrà quando avremo inquinato l’ultimo fiume? Quando avremo avvelenato anche l’ultimo respiro d’aria? Quando non avremo più il carburante per i camion che ci portano il cibo?
Quand’è che capiremo che i soldi non possono essere mangiati, che non hanno alcun valore?
Ma cosa accadrà quando avremo inquinato l’ultimo fiume? Quando avremo avvelenato anche l’ultimo respiro d’aria? Quando non avremo più il carburante per i camion che ci portano il cibo?
Quand’è che capiremo che i soldi non possono essere mangiati, che non hanno alcun valore?
Prendiamo medicine per affrontare questi problemi, ma le cure mediche sono la terza causa di morte dopo il cancro e le malattie cardiache.
Ci viene detto che tutto può essere risolto dando soldi alla Scienza, così gli scienziati scopriranno un modo per eliminare il problema.
Ci viene detto che tutto può essere risolto dando soldi alla Scienza, così gli scienziati scopriranno un modo per eliminare il problema.
Ma le industrie farmaceutiche traggono vantaggio dalle nostre sofferenze.
Pensiamo di correre ai ripari, ma il nostro corpo è il prodotto di ciò che mangiamo, e il cibo che mangiamo è studiato per ottenere profitto.
Ci riempiamo di sostanze tossiche.
Pensiamo di correre ai ripari, ma il nostro corpo è il prodotto di ciò che mangiamo, e il cibo che mangiamo è studiato per ottenere profitto.
Ci riempiamo di sostanze tossiche.
Il corpo degli animali è infestato da medicine e malattie.
Ma non vediamo tutto ciò.
Le associazioni che detengono il potere mediatico non vogliono che noi sappiamo, quindi ci inondano di fantasie che spacciano per realtà.
Ma non vediamo tutto ciò.
Le associazioni che detengono il potere mediatico non vogliono che noi sappiamo, quindi ci inondano di fantasie che spacciano per realtà.
E’ divertente pensare che gli umani pensavano che la Terra fosse il centro dell’universo.
Ma, ancora una volta, continuiamo a vederci al centro del pianeta.
Indichiamo la nostra tecnologia dicendo che siamo i più intelligenti.
Ma veramente computer, macchine e industrie affermano quanto siamo intelligenti?
Ma, ancora una volta, continuiamo a vederci al centro del pianeta.
Indichiamo la nostra tecnologia dicendo che siamo i più intelligenti.
Ma veramente computer, macchine e industrie affermano quanto siamo intelligenti?
Forse mostrano quanto siamo diventati pigri.
Ci mascheriamo dietro la parola “civilizzazione”, ma quando la togliamo, di noi, cosa resta?
Siamo inclini a dimenticare che solo negli ultimi cento anni abbiamo concesso il diritto di voto alle donne, il diritto di equità ai neri.
Ci mascheriamo dietro la parola “civilizzazione”, ma quando la togliamo, di noi, cosa resta?
Siamo inclini a dimenticare che solo negli ultimi cento anni abbiamo concesso il diritto di voto alle donne, il diritto di equità ai neri.
Ci atteggiamo come se fossimo tutti istruiti su tutto, ma sono molte le cose che non riusciamo a vedere.
Camminiamo per strada e ignoriamo tutte le cose più piccole.
Gli occhi che ci guardano, le storie che vorrebbero condividere.
Vediamo tutto come uno sfondo di “me”.
D’altra parte abbiamo paura di non essere soli, di essere parte di qualcosa di più grande.
Camminiamo per strada e ignoriamo tutte le cose più piccole.
Gli occhi che ci guardano, le storie che vorrebbero condividere.
Vediamo tutto come uno sfondo di “me”.
D’altra parte abbiamo paura di non essere soli, di essere parte di qualcosa di più grande.
Ma abbiamo fallito nel creare una connessione.
Un giorno la sensazione che chiamiamo “vita” ci lascerà.I nostri corpi marciranno, i nostri averi più preziosi passeranno ad altri.
Le azioni compiute in vita saranno le uniche cose a restare di noi.La morte ci circonda sempre, eppure sembra essere lontana dalla realtà di tutti i giorni.
Se tutti scavassimo tra i nostri desideri più profondi scopriremmo che i nostri sogni non sono così diversi.
Abbiamo tutti lo stesso obiettivo: essere felici.
Abbiamo tutti lo stesso obiettivo: essere felici.
Facciamo il mondo a pezzi senza cercare altro che gioia, senza mai guardare dentro di noi.
La maggior parte delle persone più felici sono quelle che hanno di meno.
Siamo veramente così felici con i nostri iPhones? Le nostre grosse case, le nostre macchine alla moda?
Siamo disconnessi. Idolatriamo persone che non incontreremo mai.
La maggior parte delle persone più felici sono quelle che hanno di meno.
Siamo veramente così felici con i nostri iPhones? Le nostre grosse case, le nostre macchine alla moda?
Siamo disconnessi. Idolatriamo persone che non incontreremo mai.
Assistiamo a avvenimenti straordinari sugli schermi e all’ordinario da ogni altra parte.
Aspettiamo che qualcuno ci porti un cambiamento senza mai pensare a iniziare a cambiare noi stessi.
Le elezioni presidenziali possono essere assimilate al lancio di una moneta: sono due facce della stessa medaglia.
Aspettiamo che qualcuno ci porti un cambiamento senza mai pensare a iniziare a cambiare noi stessi.
Le elezioni presidenziali possono essere assimilate al lancio di una moneta: sono due facce della stessa medaglia.
Scegliamo quale faccia vogliamo e abbiamo l’illusione della scelta, del cambiamento.
Ma il mondo è sempre lo stesso.
Non riusciamo a capire che i politici non servono noi; ma servono chi ha dato loro il potere.
Ma in un mondo di pecore ci siamo scordati di seguire la strada che ci eravamo prefigurati.
Basta aspettare un cambiamento.
Tu sei il cambiamento che vuoi vedere.
Ma il mondo è sempre lo stesso.
Non riusciamo a capire che i politici non servono noi; ma servono chi ha dato loro il potere.
Ma in un mondo di pecore ci siamo scordati di seguire la strada che ci eravamo prefigurati.
Basta aspettare un cambiamento.
Tu sei il cambiamento che vuoi vedere.
Non siamo arrivati fin qui stando seduti comodi.
La razza umana è sopravvissuta non perché fosse la più veloce, o la più forte, ma perché ha cooperato.
Abbiamo eccelso nell’arte di uccidere.
Adesso perfezioniamo l’arte di goderci la vita.
Tutto ciò, non per salvare il pianeta.
Il pianeta sarà qui indipendentemente dalla nostra sopravvivenza.
La terra ha girato per miliardi di anni, e ognuno di noi sarà fortunato a viverne ottanta.
La razza umana è sopravvissuta non perché fosse la più veloce, o la più forte, ma perché ha cooperato.
Abbiamo eccelso nell’arte di uccidere.
Adesso perfezioniamo l’arte di goderci la vita.
Tutto ciò, non per salvare il pianeta.
Il pianeta sarà qui indipendentemente dalla nostra sopravvivenza.
La terra ha girato per miliardi di anni, e ognuno di noi sarà fortunato a viverne ottanta.
Siamo una goccia nell’oceano, ma il nostro impatto dura per sempre.
Spesso mi sarei augurato di vivere in un’era dove non c’erano i computer.
Ma ho capito che non c’è nessuna ragione per volere ciò, perché questo è l’unico periodo della storia in cui ho sempre voluto vivere.
Perché oggi abbiamo un’opportunità mai avuta prima.
Spesso mi sarei augurato di vivere in un’era dove non c’erano i computer.
Ma ho capito che non c’è nessuna ragione per volere ciò, perché questo è l’unico periodo della storia in cui ho sempre voluto vivere.
Perché oggi abbiamo un’opportunità mai avuta prima.
Internet ci ha dato il potere di condividere un messaggio e di unire milioni di persone in tutto il mondo.
Finché possiamo è nostro dovere usare la tecnologia per unire, più che per combatterci.
Nel bene o nel male, la nostra generazione determinerà il futuro della vita su questo pianeta.
Possiamo anche continuare a servire questo sistema di distruzione finché non rimanga di noi alcuna
traccia di esistenza;
oppure possiamo uscire da questo sonno ipnotico, capire che non stiamo evolvendo ma regredendo.
Finché possiamo è nostro dovere usare la tecnologia per unire, più che per combatterci.
Nel bene o nel male, la nostra generazione determinerà il futuro della vita su questo pianeta.
Possiamo anche continuare a servire questo sistema di distruzione finché non rimanga di noi alcuna
traccia di esistenza;
oppure possiamo uscire da questo sonno ipnotico, capire che non stiamo evolvendo ma regredendo.
ABUSI SUI MINORI : ARRESTATO FABIO TOFI EX GIUDICE ONORARIO DEL TRIBUNALE DEI MINORI DI ROMA
Le accuse sono pesantissime e vanno dagli abusi sessuali e violenze fisiche sui minori, alla somministrazione di farmaci e tranquillanti scaduti, fino al cibo avariato distribuito ai piccoli. A capo della struttura chiusa ieri c’era, appunto, Fabio Tofi, indagato per maltrattamenti aggravati, lesioni aggravate e violenza sessuale aggravata. Tofi, 55enne, sul sito de “Il Monello Mare” viene definito “Responsabile della comunità educativo-terapeutica per adolescenti dal 1999. Si occupa di problematiche relativa al ” crollo” di adolescenti e della famiglia”.
Sul suo profilo Facebook, poi, sono leggibile alcune frasi inquietanti scritte dallo stesso Fabio Tofi: sulla didascalia della sua immagine di copertina si legge “mi sento come una foglia assetata in cerca di acqua limpida…”. Il riferimento alle giovani vittime non può che apparire immediato. Nel gruppo de “Il Monello Mare”, invece, Tofi si lascia andare con un “ilmonello mare è la mia vita”.
Sempre sul sito della struttura, almeno fino a ieri, era possibile consultare il CURRICULUMVitae di Fabio Tofi, ora agli arresti domiciliari: tra i vari incarichi ricoperti (“Responsabile della comunità educativo-terapeutica per adolescenti “Il Monello Mare” dal 1999 a tutt’oggi; Coordinatore del progetto adolescenti 285/97 Distretto RMF1 “vorreichiedertiqualcosa…” dal mese di dicembre 2006 al mese di gennaio 2009”) ce n’è uno che desta particolare angoscia. Tofi, infatti, risulta esser stato Giudice Onorario dal 1997 al dicembre 2009 presso il Tribunale per i minorenni di Roma con una serie di incarichi all’interno di collegi e gruppi che vanno dall’infanzia, all’adolescenza fino all’ambito scolastico.
Se le accuse nei confronti di Tofi dovessero essere confermate si tratta di un’onta gravissima per la Giustizia dei minori: bambini e adolescenti – vittime di contesti sociali degradanti e ignobili – rischiano in molti casi di essere catapultati in situazioni che li dovrebbero riabilitare e invece li rendono ancora più martiri.
Oltre a Fabio Tofi, sono state iscritte nelREGISTRO degli indagati le quattro collaboratrici per maltrattamenti aggravati, sottoposte alla misura cautelare del divieto di dimora nella struttura.
Fate girare queste notizie, e' un dovere civile.
lunedì 10 agosto 2015
« Cara Nina, non posso che chiederti perdono per averti lasciato con i nostri cinque bimbi ancora col latte sulle labbra; e so quanto dovrai lottare e patire per portarli e lasciarli sulla buona strada, che li farà proseguire su quella di suo padre: ma non mi resta a dir altro, che io muoio contento di aver fatto soltanto il mio dovere d’italiano. Siate pur felici, che la mia felicità è soltanto quella che gli italiani hanno saputo e voluto fare il loro dovere. Cara consorte, insegna ai nostri figli che suo padre fu prima italiano, poi padre e poi uomo. Nazario. » Nazario Sauro, Venezia, 20 maggio 1915 - Lettera testamento alla moglie Nina
domenica 9 agosto 2015
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