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sabato 7 luglio 2018
venerdì 6 luglio 2018
Non mi arrabbio più: guardo, penso e se devo mi allontano
Con il tempo, ci rendiamo conto che lo stato migliore della vita non è essere innamorati, ma stare tranquilli. Solo quando raggiungiamo questo equilibrio interiore in cui niente è di troppo e non sentiamo la mancanza di nulla, siamo davvero pieni. Certo, l’amore può arrivare, ma non è una necessità obbligatoria.
mercoledì 4 luglio 2018
Bambini viziati – Bambini onnipotenti
Il bambino onnipotente pretende che tutto gli sia dovuto, pensa che tutti coloro che gli girano intorno siano suoi subalterni: è lui che decide per sé e per gli altri. Non sa perdere, non sa accettare un rifiuto ed ha imparato ad utilizzare qualunque espediente per ottenere quello che vuole. Fa in modo che tutto ruoti intorno a sé, utilizzando l’altro come oggetto per raggiungere i propri scopi. Quando è con gli altri bambini è lui a dirigere il gioco: decide a cosa giocare, chi deve giocare e quando smettere. Nei giochi simbolici pretende di interpretare il ruolo di capo o di protagonista.
Quando non si fa come dice lui se ne va proferendo la fatidica frase: non gioco più.
È egoista, superbo, opportunista, manca di empatia. Ma queste caratteristiche invece di emarginarlo, gli conferiscono una forte ascendenza sugli altri, soprattutto su bambini più deboli. Ma allo stesso tempo è incapace di risolvere le difficoltà non essendo abituato ad affrontarle, in quanto c’è sempre chi se ne occupa al posto suo.
Ma come nasce un bambino onnipotente?
È il prodotto della nostra società e la causa va ricercata in una molteplicità di fattori.
Una delle prime cause è sicuramente dovuta al fatto che i genitori di oggi non hanno la forza di sostenere un’educazione autorevole, in quanto incapaci di gestire il disagio di vedere i propri figli soffrire. Siamo passati così da un’educazione eccessivamente rigida, come era in passato, a quella attuale fin troppo permissiva. Il genitore di oggi non riesce ad affrontare lo stress di vedere il proprio bambino piangere, e per non farlo piangere accontenta ogni suo capriccio. Non è in grado di prendere decisioni ferme riguardo alla sua educazione, non riesce ad imporre regole, e anche quando ritiene opportuno far rispettare una norma poi non riesce ad avere la costanza di restare fermo sulla decisione. I genitori spesso sanno di avere bambini viziati, ma cercano sempre di giustificarsi, anche di fronte ad evidenti problemi comportamentali dei propri figli, e anche in questo caso i genitori tendono a discolparsi dando la colpa a fattori esterni: i nonni, la scuola, le compagnie etc.! Altre volte giustificano le proprie debolezze con una sorta di ripicca verso la propria infanzia: i miei genitori erano severi, con mio figlio voglio essere affettuoso. Oppure: ho avuto una infanzia povera, mio figlio deve avere tutto quello che non ho avuto io.
E questo li spinge a seguire l’educazione proposta da una corrente di pensiero che è a favore di una educazione permissiva, mascherata da educazione sana, basata solo ed esclusivamente sul dialogo, che disapprova qualsiasi tipo di punizione, che definisce pedagogia nera quella basata sul metodo autorevole e non autoritario, che abusa fortemente del termine “trauma” per spaventare genitori inesperti, che pensano che tutto si possa risolvere spiegando le cose ai bambini anche laddove i comportamenti possono essere pericolosi per gli altri. Che rifiutano ogni tipo di rinforzo educativo (la vita è fatta di rinforzi: noi lavoriamo per avere lo stipendio a fine mese, amiamo per essere ricambiati etc.).
Viziare un bambino può creare modelli di bambini diversi tra loro, un bambino viziato può essere: mammone, piagnucolone, pauroso, introverso, emarginato, fino a quello che Giuliana Ukmar definisce “sindrome da bambino onnipotente.
Perché ci sia il passaggio da bambino viziato a bambino onnipotente c’è una componente importante: il bambino si sente onnipotente perché oltre ad essere viziato, i genitori lo educano inculcandogli l’idea di essere il protagonista indiscusso. Lo difendono in qualsiasi circostanza, anche laddove sono evidenti errori e comportamenti negativi.
Questo genera il bambino onnipotente: un bambino che crede e pretende di stare al centro del mondo.
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