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martedì 16 dicembre 2025

Dove finiscono le parole

 La fine non ha chiesto permesso.

Non ha fatto rumore. Non ha lasciato macerie evidenti.

È successa mentre qualcuno diceva “andrà tutto bene”, mentre le mani erano occupate a trattenere altro, mentre l’attenzione era altrove. Le cose importanti finiscono sempre così: senza testimoni, tranne chi resta.

Ora il mondo continua per inerzia.
Le strade portano ancora da qualche parte, ma non più dove promettevano. Le parole esistono, ma non reggono peso. E ci sono nomi che non si pronunciano più, non per rabbia, ma per esaurimento.

Ho capito  che alcune assenze sono eventi climatici.
Cambiano la temperatura di tutto.
Dopo, puoi anche ricostruire, ma il paesaggio non torna mai uguale.

Non sto cercando colpevoli.
Le apocalissi più vere non hanno un volto, hanno una sequenza di piccoli silenzi messi nel punto sbagliato. E quando te ne accorgi, è già dopo.

Questo non è dolore.
È il resoconto di ciò che resta.

E se ogni tanto ti sembra che qualcosa sia finito senza che tu l’abbia visto finire,
non è una sensazione.
È solo il mondo che continua, con una crepa in più.

Alcune fini non chiedono  nulla —
si limitano a tornare, la notte, a chiederti se le hai riconosciute in tempo.

Buonanotte






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