Benvenuti
sabato 29 dicembre 2018
martedì 25 dicembre 2018
A tutte le frecce del mio cuore ,lontane , ma non dai miei pensieri. Tutti ritratti della mia memoria e grandi schegge del mio animo. Ciao Enzo,ciao Roberto, ciao Mariella , ciao Pino,ciao Flavio e ciao Dina,cara seconda mamma ,la persona che mi ha consolato, mi ha fatto ridere, mi ha rimproverato, mi ha amato sempre anche quando non lo meritavo. Grazie per essere nel mio cuore. Lo so,sono pestifera,asociale e bisbetica, terribilmente distante, ma la forza che mi è servita l'ho presa pensando anche a voi . Grazie per esistere sempre nel mio animo
lunedì 24 dicembre 2018
Fate del Natale la ricorrenza dell'amore tutto l'anno
"Un ciliegio grande e bello
disse a un piccolo alberello:
"Sì, sei bravo, hai messo i fiori
coi lor petali a colori,
ma cambiare i fiori in frutti
alberello, non saprai"
disse a un piccolo alberello:
"Sì, sei bravo, hai messo i fiori
coi lor petali a colori,
ma cambiare i fiori in frutti
alberello, non saprai"
sabato 22 dicembre 2018
martedì 18 dicembre 2018
domenica 16 dicembre 2018
"Voglio per forza un figlio fenomeno"
Il caso Agassi ha fatto letteratura: il suo best seller Open ha alzato un velo.
Lui però almeno è diventato Agassi. Uno su quanti?
Non sorridono mai. Si allenano fino a sedici ore alla settimana, in quarta o quinta elementare, per quella partita del weekend. E se sbagliano un colpo, spesso vedrete questi Federer e Sharapova miniaturizzati guardare subito papà o mamma. Seduti su quelle tribune dove tanti genitori fanno molto più spavento di loro. "La mia squadra ideale è una squadra di orfani" è la vecchia battuta che gira tra allenatori. Un paradosso, ovviamente.
Ma la normalità che non fa più notizia è fatta di risse a bordocampo alle partite dei ragazzini, arbitri insultati e aggrediti, allenatori contestati. Ogni maledetta domenica, e il sabato pure. Qualsiasi istruttore giovanile, di qualsiasi sport, sa che una parte importante e difficile del suo lavoro è "allenare" i genitori.
La linea di campo tra gioco e stress per il bambino è sottile, quanto quella tra il buon genitore che si limita a far capire l'importanza formativa della disciplina e dell'impegno e quello che invece invade, soffoca, s'arrabbia, giustifica, pretende.
La linea di campo tra gioco e stress per il bambino è sottile, quanto quella tra il buon genitore che si limita a far capire l'importanza formativa della disciplina e dell'impegno e quello che invece invade, soffoca, s'arrabbia, giustifica, pretende.
"I genitori più pericolosi e invadenti sono quelli che non si sentono realizzati e hanno meno cose da fare nella vita" sostiene Isabella Gasperini, psicoterapeuta dell'età evolutiva che collabora con varie squadre di calcio. "E in dieci anni la situazione è peggiorata di pari passo con l'aberrazione del calcio professionistico. Senti questi genitori parlare delle partite dei figli come se fosse serie A: la tattica, il mister... Purtroppo avvertire che questi comportamenti fanno solo danni è inutile: sono meccanismi involontari. Quello che cerco di far capire è che i bisogni dei bambini sono diversi dai loro. I bambini accettano l'errore e il fatto che un altro sia più bravo come una cosa naturale, e invece li vedi costretti a impegnarsi per realizzare i sogni dei genitori dietro la rete secondo un loro tacito e insano accordo. Vanno invece lasciati liberi: di sbagliare, di creare, di calciare come gli viene, di sdraiarsi a guardare il cielo se non hanno voglia di correre, di seguire l'istinto. Liberi anche di assumere le proprie responsabilità e di cavarsela da soli, se un compagno gli ha messo le scarpette sotto la doccia ".
La mala educación tocca l'apoteosi intorno al campo da calcio, dove rispetto ad altri sport il miraggio di ricchezza è più abbacinante. "Quando i genitori vedono il bambino solo come una possibile fonte di guadagno, è finita - dice Devis Mangia, ex ct dell'Under 21 - . Tutti pensano di avere il campione in casa. Quando un ragazzino si comporta male costa meno fatica etichettarlo come piantagrane. Ma, al contrario di quanto si possa credere, non è detto che subisca maggiori pressioni chi viene da contesti culturali e sociali inferiori, dove un contratto da professionista potrebbe rappresentare una svolta per tutta la famiglia". Lo conferma anche Roberto Meneschincheri, responsabile dell'attività agonistica under 16 dello storico Tennis Club Parioli di Roma, il circolo che ha sfornato Pietrangeli, Panatta e Barazzutti: ultimo titolo vinto, il campionato italiano under 12 femminile. "È questione di istinto e carattere, non di denaro o laurea: i genitori troppo pressanti che chiedono ai figli solo il risultato sono molto diffusi. Col dialogo di solito si riesce a ottenere collaborazione, a far capire che non va data troppa importanza alla partita" .
Molte società fissano un decalogo dell'ovvio. Sdrammatizzate, incoraggiate, esaltate i risultati positivi e alleggerite le sconfitte, non entrate in campo e negli spogliatoi, lasciate che la borsa se la portino da soli, non discutete con l'allenatore di schemi e ruoli, rispettate gli arbitri, non parlate male al ragazzo del suo allenatore e dei suoi compagni. Eccetera. Ma Isidori non assolve nemmeno le società: "Dicono pensate a divertirvi ma il messaggio che di fatto viene trasmesso implicitamente dal sistema è un altro: conta solo vincere. Accade perché è completamente sbagliato il modello del Coni: le federazioni per avere soldi devono portare risultati. In Italia manca educazione sportiva perché non esiste lo sport per tutti: gratuito".
"Purtroppo molti genitori provocano la cosiddetta "sindrome da campione": il ragazzo viene sopravvalutato, si sente già arrivato e si blocca il processo di crescita. Considera che sia tutto scontato e dovuto, pensa solo che gli basti far passare il tempo e andrà nella Nba. È come se entrasse in una realtà virtuale e non considera più l'opzione dell'insuccesso: se arriva una sconfitta la vive come un fattore imprevedibile, non trova una via d'uscita, resta disarmato perché è stato programmato per vincere. Ed è difficile a quel punto farsi ascoltare. Perché è più comodo dar retta a chi ti regala un alibi dando la colpa a un altro: all'ambiente, al tecnico, ai compagni, agli arbitri. Il talento non basta per diventare giocatori".
Cara amica mia,
ti penso oggi con più intensità. Non che abbia mai smesso, mai di pensare alla tua gioia semplice di vivere, alla tua, a volte, goffa timidezza , alla tua grande determinazione nelle gioie e nei dolori. Né ho mai smesso di pensare alle persone che risero di te , a quelle che ti dissero quanto eri stata "cattiva e malafemmina" ad avventurarti per le strade del tuo cuore, nè ho mai smesso di pensare al tuo sorriso buono e contagioso, al tuo desiderio di sentire e capire il perché di tanta cattiveria. Amica mia , non c'e' un perché, come non c'e' un perché al grande dolore di averti perso.
Standoti vicino si sentiva la luce del tuo grande amore: amore per il tuo uomo, amore per noi, amore per i tuo gioielli lontani, amore per la tua casa, un nido di felicita' dove mi sono sempre sentita in un amorevole ,quasi astratto contatto. Eri in quella solitudine d'attesa in cui si e' sempre con il cuore proteso, sapevi chi aspettare, ed eri felice di farlo.
Un po' ti invidio,amica dolce. Invidio questa tua vita piena di aspettative ordinarie e straordinarie racchiuse in una cena preparata con cura, a volte sbuffando in un modo cosi' strano che non ti credevo nemmeno io. .. La felicità di una cena fuori, la solitudine , e poi di nuovo la felicità .
Ti ho visto cosi' tante volte che tu non puoi nemmeno immaginare, ti sono stata vicino anche dopo,con grande confusione anche io, con grande disorientamento. Ma se il viaggio fino in fondo e' questo vorrò farlo come te, con la tua stessa luce negli occhi e spero mi accompagnerai sollevandomi dalle paure, come abbiamo sempre fatto.
francesca
Standoti vicino si sentiva la luce del tuo grande amore: amore per il tuo uomo, amore per noi, amore per i tuo gioielli lontani, amore per la tua casa, un nido di felicita' dove mi sono sempre sentita in un amorevole ,quasi astratto contatto. Eri in quella solitudine d'attesa in cui si e' sempre con il cuore proteso, sapevi chi aspettare, ed eri felice di farlo.
Un po' ti invidio,amica dolce. Invidio questa tua vita piena di aspettative ordinarie e straordinarie racchiuse in una cena preparata con cura, a volte sbuffando in un modo cosi' strano che non ti credevo nemmeno io. .. La felicità di una cena fuori, la solitudine , e poi di nuovo la felicità .
Ti ho visto cosi' tante volte che tu non puoi nemmeno immaginare, ti sono stata vicino anche dopo,con grande confusione anche io, con grande disorientamento. Ma se il viaggio fino in fondo e' questo vorrò farlo come te, con la tua stessa luce negli occhi e spero mi accompagnerai sollevandomi dalle paure, come abbiamo sempre fatto.
francesca
venerdì 14 dicembre 2018
Caro Babbo Natale,
Fai bene ad essere" incazzato nero".
Il plautino "homo hominis lupus" e' ancora la nostra maggiore affermazione.
Cercheremo di contenere l'egoismo entro limiti accettabili?
Non lo so,
ma so che ogni anno ci ritroviamo qui almeno per due giorni a cercare di neutralizzarne gli effetti nocivi.
Accettaci cosi',dunque ,in questa gigantesca lotta di egoismi economici,morali,intellettuali, affettivi
e portaci ancora un po' di Eden, un po'di perduta pura felicita'.
AUGURI A TUTTI,ma veramente a tutti
FRANCESCA
giovedì 13 dicembre 2018
mercoledì 12 dicembre 2018
giovedì 6 dicembre 2018
mercoledì 5 dicembre 2018
domenica 2 dicembre 2018
sabato 1 dicembre 2018
venerdì 30 novembre 2018
Coraggio di anne sexton
È nelle piccole cose che lo notiamo, i primi passi di un bambino impressionanti come un terremoto; la prima volta che andiamo in bicicletta, con fatica lungo il marciapiede; la prima sculacciata quando il cuore parte per un viaggio tutto suo; quando vieni chiamato piagnucolone o povero o grasso o pazzo che ti trasformi in un alieno e bevi il loro acido senza darlo a vedere.
Poi quando affronti la morte delle bombe e dei proiettili non lo fai con uno striscione ma solo con un cappello a proteggere il cuore, non hai accarezzato la debolezza che ti portavi dentro anche se era li, il tuo coraggio era un pezzetto di carbone che continuavi ad inghiottire.
Poi quando affronti la morte delle bombe e dei proiettili non lo fai con uno striscione ma solo con un cappello a proteggere il cuore, non hai accarezzato la debolezza che ti portavi dentro anche se era li, il tuo coraggio era un pezzetto di carbone che continuavi ad inghiottire.
giovedì 29 novembre 2018
mercoledì 28 novembre 2018
Complimenti Saviano!
Questo è Roberto Saviano. Lo conoscete tutti, vero? No, molti di voi pensano di conoscerlo ma in realtà non è così.
“lo sceneggiato non contrasta minimamente la camorra, anzi, la promuove“.A sostegno di questa tesi vengono mostrati alcuni articoli di una testata registrata al Tribunale di Napoli. Vi si legge:
“Le coincidenze, però, di una recrudescenza della criminalità con l’inizio di Gomorra ci sono tutte. Sono solo coincidenze? C’è chi studia il fenomeno e ne cerca di tracciare scientificamente le correlazioni.
Sta di fatto carte alla mano da quando è iniziata la terza stagione de ‘La serie’ su Sky – rilevano – c’è un aumento sensibile di fatti criminali che ricalcano scene e logiche della fiction“.
martedì 27 novembre 2018
sabato 24 novembre 2018
giovedì 22 novembre 2018
mercoledì 21 novembre 2018
"Bimbo mio", Dumbo e Tim Burton
Tim Burton deve essere molto soddisfatto del suo ruolo nella storia della settima arte. Al contrario del resto dei registi hollywoodiani, è uno che è riuscito a crearsi una nicchia tutta sua, fatta di parabole gentili e malinconiche, di universi personalissimi e visionari, con uno stile sofisticato e assolutamente inconfondibile, nonché contaminato dalle atmosfere espressioniste dei classici dell'horror del passato (quelli della Hammer tanto per intenderci) che ogni tanto colora con i suoi pastelli ultrakitch. Anche noi facciamo parte di quel microcosmo solo all'apparenza così minaccioso. Ne facciamo parte nel momento in cui sentiamo che le parole dei personaggi che animano i suoi film sono le stesse che sentiamo noi nel momento di massima solitudine e di estrema incomprensione.
Ed è esattamente questo ciò che lui vuole fare, partire dalla diversità per renderci tutti uguali, senza deludere mai le aspettative e costruendo storie che sono al servizio di un unico sentimento: l'amore vero. Burton ama e rispetta tutti, i vivi e i morti, i mostri e i normali.
Guardi un suo film e ti chiedi come faccia a fare tutto e così bene. La risposta è più facile di quel che si creda: perché possiede un talento che forse nemmeno lui sa di avere. Perché sposa il bianco e il nero (colori che ama moltissimo) con delle imponenti scenografie di stampo espressionista e miscela il tutto con delle partiture musicali da Oscar.
A noi non resta che dire di sì e sperare, ardentemente, che questo amore vero non abbia mai fine.
È come se con ogni suoi film, questo tenebroso punk geniale e fortunato, prendesse la mano dello spettatore e rinnovasse una promessa che suona grossomodo così: «Con questa mano dissipo i tuoi affanni ».
martedì 20 novembre 2018
domenica 18 novembre 2018
venerdì 16 novembre 2018
giovedì 15 novembre 2018
mercoledì 14 novembre 2018
martedì 13 novembre 2018
domenica 11 novembre 2018
sabato 10 novembre 2018
venerdì 9 novembre 2018
giovedì 8 novembre 2018
mercoledì 7 novembre 2018
Non mi dire ....
Non mi dire mai
Non posso farlo.
A me, che ho ballato
Con due cuori.
E ho respirato
Con quattro polmoni.
A me, che sono stata ghiaccio
Fuoco e vento.
Che ho portato
Nella mia pancia
Il peso di due mondi,
Che ho abbracciato
la tristezza senza paura.
E ho pianto sorrisi.
A me non dirlo
Che non sono capace
Di qualcosa.
O di tutto.
Non posso farlo.
A me, che ho ballato
Con due cuori.
E ho respirato
Con quattro polmoni.
A me, che sono stata ghiaccio
Fuoco e vento.
Che ho portato
Nella mia pancia
Il peso di due mondi,
Che ho abbracciato
la tristezza senza paura.
E ho pianto sorrisi.
A me non dirlo
Che non sono capace
Di qualcosa.
O di tutto.
martedì 6 novembre 2018
lunedì 5 novembre 2018
DOPO
Dopo lo faccio
Dopo lo dico
Dopo io cambio
Lasciamo tutto per dopo come se DOPO fosse la cosa piu' furba e migliore.
Perche' non capiamo che dopo la priorità cambia, dopo il fascino si perde, dopo diventa tardi, dopo la nostalgia passa, dopo i figli crescono.
Dopo le persone invecchiano.
Dopo il giorno è notte.
Dopo la vita finisce.
Dopo lo dico
Dopo io cambio
Lasciamo tutto per dopo come se DOPO fosse la cosa piu' furba e migliore.
Perche' non capiamo che dopo la priorità cambia, dopo il fascino si perde, dopo diventa tardi, dopo la nostalgia passa, dopo i figli crescono.
Dopo le persone invecchiano.
Dopo il giorno è notte.
Dopo la vita finisce.
domenica 4 novembre 2018
Nove grandi storie per tutti i gusti
1) Il gioco dei rumori, Stefano Sosio
Una storia che parte da una piccola realtà per raccontarne una grande, grandissima, come la guerra e la Resistenza italiane. Il gioco dei rumori è una storia di radici, di dolori, di piccole cose quotidiane, spesso invisibili ma senza le quali la vita non avrebbe senso. Comprese la lettura e la scrittura. Vince il Premio creatività della Scuola Holden.
2) La rosa e l’ortica, Alessandra Carnevali
Un giallo ambientato nella provincia umbra, nella quale la protagonista ritorna dopo un lungo periodo trascorso a Napoli. Il commissario, Adalgisa Calligaris, è una donna determinata, forte e capace di fare dei suoi difetti un punto di forza. Un giallo brillante, la cui trama, disseminata di colpi di scena, denota consapevolezza e padronanza degli strumenti del genere. Vince il Premio Newton Compton
3) Sapore di te, Angela Iezzi
Una commedia brillante, che dosa bene nello stile ironia e pathos, senza eccedere nei cliché del genere. I personaggi sono ben caratterizzati e i dialoghi – per quanto inseriti in contesti che per loro natura sono un po’ sopra le righe – risultano verosimili e capaci di dare buon ritmo alla narrazione. Vince il Premio Newton Compton
4) Femmine, Rita Saviotti
Con una scrittura perfetta, mai noiosa o scontata, l’autrice ci porta nella vita di quattro donne che sfuggono, spariscono, senza mai lasciare traccia. Quattro fotografie di donne che ci passano accanto lasciandosi vedere, guardare, ma quasi mai toccare. Donne pronte a combattere battaglie che non hanno scelto. Vince il Premio ilmiolibro come miglior libro di racconti
Con una scrittura perfetta, mai noiosa o scontata, l’autrice ci porta nella vita di quattro donne che sfuggono, spariscono, senza mai lasciare traccia. Quattro fotografie di donne che ci passano accanto lasciandosi vedere, guardare, ma quasi mai toccare. Donne pronte a combattere battaglie che non hanno scelto. Vince il Premio ilmiolibro come miglior libro di racconti
5) Amori in cottura, Loredana De Vitis
Storie d’amore o ricordi di amori indimenticabili legati a ricette d’antipasti, primi, secondi, contorni e dolci succulenti. Un originalissimo libro di racconti per gli amanti della tavola. Quindici storie di inebrianti sentimenti con un ingrediente in comune: il cibo. Vince il Premio ilmiolibro come miglior libro di racconti
Storie d’amore o ricordi di amori indimenticabili legati a ricette d’antipasti, primi, secondi, contorni e dolci succulenti. Un originalissimo libro di racconti per gli amanti della tavola. Quindici storie di inebrianti sentimenti con un ingrediente in comune: il cibo. Vince il Premio ilmiolibro come miglior libro di racconti
6) Colui che sono, Federica Aglietti
Una sorta di rivisitazione del Canto di Natale di Charles Dickens, in cui i personaggi si muovono in una vicenda ammantata di una cupezza derivata dal quotidiano. Questa graphic novel, scritta e disegnata dalla giovane Aglietti, denota una buona ricerca espressiva e una voce originale e potente. Vince il Premio come miglior fumetto. Selezionato in collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics
7) Infinite storie bellissime, Michele Bellone
Personaggi strani, nani e orchi accompagnano il cammino duro e pieno di insidie dei tre impavidi protagonisti, in un crescendo suggestivo di emozioni e sfide enigmatiche. Un romanzo in cui il genere fantasy si apre a nuovi linguaggi e mondi espressivi, con uno stile che attinge ai grandi del passato. Vince il Premio come miglior romanzo fantasy. Selezionato in collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics
Personaggi strani, nani e orchi accompagnano il cammino duro e pieno di insidie dei tre impavidi protagonisti, in un crescendo suggestivo di emozioni e sfide enigmatiche. Un romanzo in cui il genere fantasy si apre a nuovi linguaggi e mondi espressivi, con uno stile che attinge ai grandi del passato. Vince il Premio come miglior romanzo fantasy. Selezionato in collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics
8) Migrazioni, Giovanni Comparone
Una città di metallo, unica e incredibilmente bella, è assediata da una colonia di inenarrabili creature. In questo luogo, governato da severissime leggi sull’immigrazione, varate dal prefetto Cristoffersen, che vietano a chiunque non sia nativo della città di varcarne le mura o anche solo di avvicinarsi, si svolgerà una guerra senza testimoni, combattuta sul campo di battaglia dei sogni. Vince il Premio come miglior romanzo di fantascienza. Selezionato in collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics
Una città di metallo, unica e incredibilmente bella, è assediata da una colonia di inenarrabili creature. In questo luogo, governato da severissime leggi sull’immigrazione, varate dal prefetto Cristoffersen, che vietano a chiunque non sia nativo della città di varcarne le mura o anche solo di avvicinarsi, si svolgerà una guerra senza testimoni, combattuta sul campo di battaglia dei sogni. Vince il Premio come miglior romanzo di fantascienza. Selezionato in collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics
9) Storia di tappino, Irene Campinoti
Una storia che nasce come nascono mille fantasie, e non solo quelle dei bambini. Un semplice tappo di plastica diventa, di volta in volta, un pallone, il cesto di una mongolfiera, una barchetta tra i flutti. Mette le ali per volare via, sfugge ai mostri in agguato e infine si riunisce ai suoi amici tappini. Una favola semplice e intensa con una grafica moderna e accattivante, e il supporto del carburante più potente del mondo: la fantasia. Vince il Premio come miglior libro per bambini. Selezionato in collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics
Una storia che nasce come nascono mille fantasie, e non solo quelle dei bambini. Un semplice tappo di plastica diventa, di volta in volta, un pallone, il cesto di una mongolfiera, una barchetta tra i flutti. Mette le ali per volare via, sfugge ai mostri in agguato e infine si riunisce ai suoi amici tappini. Una favola semplice e intensa con una grafica moderna e accattivante, e il supporto del carburante più potente del mondo: la fantasia. Vince il Premio come miglior libro per bambini. Selezionato in collaborazione con la Scuola Internazionale di Comics
sabato 3 novembre 2018
“Anche questa passerà…”
Fu la mia nonna a insegnarmi queste preziose parole,
da usare in qualsiasi momento della vita.
Quando tutto appare irreversibilmente terribile.
Quando tutto appare assolutamente spaventoso,
o…quando tutto appare stupendo e magnifico
e meraviglioso, pronuncia dentro di te queste parole.
Darai alle cose il loro giusto valore…
da usare in qualsiasi momento della vita.
Quando tutto appare irreversibilmente terribile.
Quando tutto appare assolutamente spaventoso,
o…quando tutto appare stupendo e magnifico
e meraviglioso, pronuncia dentro di te queste parole.
Darai alle cose il loro giusto valore…
La scelta c'e' dove c'è confusione. Per la mente che vede con chiarezza non c'è necessità di scelta, c'è azione. Penso che molti problemi scaturiscano dal dire che siamo liberi di scegliere,che la scelta significa libertà. Al contrario, io direi che la scelta significa una mente confusa, e perciò non libera.
La perfezione mi fa schifo, mi repelle. Tutte quelle donne e quegli uomini che cercano la perfezione negli stereotipi creati della società mi fanno venire il vomito. Fottuti manichini di carne, senza personalità o amore per se stessi. Stessi vestiti, stessa musica, stesse espressioni, stessi cibi, stesse scopate, stesse auto, stesse vite e alla fine? Stessi suicidi neurali di massa. Perchè vivere come un automa è senza ombra di dubbio un suicidio. Charles Bukowski
Nel profondo di tutti noi continua a vivere quel bambino che può sempre fare affidamento sulla propria mamma o sul proprio papà per sentirsi protetto. Tuttavia, quando se ne vanno, questa opzione scompare per sempre. Non possiamo più vederli, non solo per una settimana, né per un mese, bensì per il resto della nostra vita. I genitori sono le persone che ci mettono al mondo e con le quali condividiamo gli aspetti più intimi e fragili della nostra vita. Ad un certo punto non ci sono più quegli individui che, in un certo modo, ci hanno fatto diventare chi siamo. Non siamo mai pronti ad affrontare la morte, soprattutto se si tratta della morte dei nostri genitori. Si tratta di una grande avversità che difficilmente riusciamo a superare del tutto. Di solito il massimo che riusciamo a ottenere è accettarla e conviverci. Per superarla, almeno in teoria, dovremmo essere in grado di capirla, ma la morte è, in senso stretto, del tutto incomprensibile. È uno dei grandi misteri della nostra esistenza, forse il più grande di tutti. In realtà, non scompare solo un corpo, ma un intero universo. Un mondo fatto di parole, di carezze, di gesti. Persino di quei consigli ripetuti cento volte che ogni tanto stancavano e di quelle “manie” che ci facevano sorridere o scuotere la testa perché è così che li riconosciamo. È proprio ora che iniziamo a sentirne la mancanza in modo inverosimile. La morte non avverte. Può essere intuita, ma non dichiara mai in modo esatto quando arriverà.Tutto si riassume in un attimo e quell’istante è categorico e determinante. Irreversibile. All’improvviso tutte le esperienze vissute in loro compagnia, sia quelle belle sia quelle brutte, scompaiono è restano intrappolate in un ricordo. Il ciclo si è compiuto ed è arrivato il momento di dire addio. In generale, pensiamo che quel giorno non arriverà mai, almeno finché effettivamente arriva e diventa reale. Rimaniamo scioccati e non vediamo altro che una cassa, con un corpo rigido e immobile, che non parla e non si muove. Che è lì, ma senza esserci davvero… Per questi motivi qualsiasi altra guerra mi sembrerà sempre lieve. vvb fra
giovedì 1 novembre 2018
L'ALBERO E LA FOGLIA
L'uomo ha un grande potere : sa scorgere la tristezza nel cuore dei suoi simili.
Egli non sa pero' ancora capire che la tristezza del proprio simile e' la sua stessa tristezza. Il dolore di uno tocca tutti gli uomini.
Questa e' la scoperta che l'uomo moderno non ha ancora fatto.
Egli non sa pero' ancora capire che la tristezza del proprio simile e' la sua stessa tristezza. Il dolore di uno tocca tutti gli uomini.
Questa e' la scoperta che l'uomo moderno non ha ancora fatto.
Per conquistare qualcosa nella vita non basta avere talento , non basta avere la forza , dobbiamo anche vivere con grande amore .. ( Wolfgang Amadeus Mozart )
Mozart è un inno alla mia felicità.
MADRE PURISSIMA... DAGLI OCCHI DI CIELO... GUARDA NOI PIETOSA... ABBI MISERICORDIA... PER LE NOSTRE MANCANZE... PER QUESTO UNIVERSO MERAVIGLIOSO... CHE STA' DECADENDO PER LE NOSTRE MISERIE... CHE SI STA' SPACCANDO... TRA BENE E MALE... DOVE A VINCERE E' LA CATTIVERIA, LA FALSITA'.
HO ASCOLTATO IL SILENZIO.....IL MIO ADORATO “ SILENZIO “
La vera potenza, del vero silenzio, riattiva il nostro spirito.
A volte, c’è così tanto rumore assordante e inquinato in mezzo al frastuono della vita, nel bombardamento mediatico (e non) di parole che “assorbiamo” … che l’unico vero momento in cui riesco a comprendere il significato del respiro del mondo ….è il silenzio….!!! Il silenzio come pienezza, non povertà.
Nel silenzio è insito un meraviglioso potere di osservazione,
di chiarificazione, di concentrazione sulle cose essenziali.
A volte, c’è così tanto rumore assordante e inquinato in mezzo al frastuono della vita, nel bombardamento mediatico (e non) di parole che “assorbiamo” … che l’unico vero momento in cui riesco a comprendere il significato del respiro del mondo ….è il silenzio….!!! Il silenzio come pienezza, non povertà.
Nel silenzio è insito un meraviglioso potere di osservazione,
di chiarificazione, di concentrazione sulle cose essenziali.
Quando ero un cucciolo
....ti ho divertito con le mie buffonate e ti ho
fatto ridere. Mi chiamavi il tua bambino e nonostante un certo numero
di scarpe rosicchiate ed un paio di guanciali squartati e sparpagliati
ovunque, sono diventato il tuo migliore amico.Ogni qualvolta facevo il
che pensavi, perché eri molto indaffarata, ma ci abbiamo lavorato
insieme. Ricordo le notti in cui mi ranicchiavo vicino a te nel letto
ed ascoltavo le tue confidenze ed i tuoi sogni segreti e credevo che
la vita non sarebbe potuta essere più perfetta. Andavamo a fare
Quando capii che non avrei potuto competere con l'eta' mi ritirai nell'angolo
più lontano ed aspettai.
fatto ridere. Mi chiamavi il tua bambino e nonostante un certo numero
di scarpe rosicchiate ed un paio di guanciali squartati e sparpagliati
ovunque, sono diventato il tuo migliore amico.Ogni qualvolta facevo il
" discolo " mi agitavi il dito davanti al naso e mi chiedevi " Come
hai potuto?", ma poi cedevi e mi rotolavi sulla pancia per una
grattatina. La mia educazione casalinga fu un po' piu' lunga di quel
insieme. Ricordo le notti in cui mi ranicchiavo vicino a te nel letto
ed ascoltavo le tue confidenze ed i tuoi sogni segreti e credevo che
la vita non sarebbe potuta essere più perfetta. Andavamo a fare
lunghe camminate e corse nel parco, giri in macchina, fermate per il
gelato (per me solo il cono perchè "il gelato fa male ai cani",dicevi), ed io mi facevo lunghi pisolini al sole, aspettando che tornassi a casa alla fine della giornata. Impercettibilmente, hai iniziato a trascorrere più tempo al lavoro, a pensare alla tua carriera e io ti seguivo. Ti ho aspettato con pazienza, consolandoti comunque nei dolori e nelle delusioni, non ti ho mai rimproverato per le decisioni sbagliate e ho salutato con gioia ogni tuo ritorno a casa, anche tutte le volte che ti sei innamorata.... Ero felice, perchè tu eri felice.
Quando capii che non avrei potuto competere con l'eta' mi ritirai nell'angolo
più lontano ed aspettai.
Sentii i tuoi passi che venivano per me alla fine della giornata, e ti seguii silenziosamente ,fino ad una stanza isolata. Una stanza magnificamente tranquilla. Mi strofinasti le orecchie dicendomi di non preoccuparmi. Il mio cuore martellava nell' attesa di ciò che stava per succedere, ma c'era anche un senso di sollievo.
Io prigioniero dell'amore per te avevo finito i miei giorni.
Una lacrima ti scendeva lungo una guancia. Ti leccai la mano così come facevo per consolarti da tanti anni .
Con le mie ultime energie ti regalai un colpo di coda ...Era per te, Mia Amata , era a te che stavo pensando...Penserò sempre a te e ti aspetterò per sempre. Che tutti
nella tua vita, possano continuare a mostrarti così tanta lealta'.
ciao francy ,il tuo Leone
AMORE SI ,AMORE NO..
Diciamoci la verita'. Non si puo' proprio vivere senza amore. Si rimane per se stessi degli esseri incomprensibili..l'amore costruisce il mondo Amore di tutti i generi,senza discriminazioni...arte,cibo ,sesso,istinto,sensazioni,amicizia,passione,comunicazione. Forse basterebbe ricominciare ad imparare a vivere con lentezza... Direte"sei pazza!"..si'.. La lentezza che ci permette di cogliere le sfumature dell'istinto perse, quella lentezza che non e' pigrizia ,ma solo assaporare con il giusto tempo l'amore,il sesso,l'amicizia,il cibo.L'attenzione che diventa cura...ma non vi preoccupate, e' cura di se stessi. E cosi' siamo arrivati al punto: l'amore e' qualcosa di nuovo,di fresco,vivo.Non ha ne' ieri,ne' domani. E' al di la' della confusione del pensiero ragionato. Una mente che ricerca non e' una mente appassionata e incontrare l'amore senza cercare e' l'unico modo per trovarlo.
IO VI MALEDICO
Non sono un pacifista buonista. Sono un essere umano e credo anche nella santa e divina giusta collera. Mi sono rotta il cazzo di questa presa per il culo, di questo immobilismo mentre i malati muoiono perchè le case farmaceutiche hanno deciso che devono morire, mi sono rotto il cazzo di vedere il mio paese che amo, culla della cultura e civiltà occidentale, trattato come una discarica. Mi sono rotta il cazzo di vedere pensionati milionari e pensionati morti di fame. Mi sono rotta il cazzo di vedere politici imbrillantinati gonfi di ego nelle televisioni mentre i disoccupati crescono di milioni e milioni. Mi sono rotta il cazzo di vedere la scuola pubblica in rovina. Mi sono rotta il cazzo di vedere gli usurai rubarci la nostra ricchezza con la complicità dei maiali che stanno nei palazzi. Mi sono rotta il cazzo delle S.p.A. Mi sono rotto il cazzo di vedere le forze armate grattarsi i coglioni davanti i traditori della patria. Mi sono rotta il cazzo di vedere le forze armate tradire il loro giuramento. Mi sono rotta il cazzo di vedere i giudici immobili mentre equitalia rapina le povere famiglie. Mi sono rotta il cazzo di vedere gli africani usati come bombe umane di povertà per destabilizzarci e metterci gli uni contro gli altri. Mi sono rotta il cazzo del vaticano che ruba pane e vino con la menzogna da millenni, e mi sono rotta il cazzo di quei fedeli rincoglioniti che si mettono in ginocchio a san pietro a pregare il nulla mentre Dio grida straziato dalla bocca di un bambina affamata. Mi sono rotta il cazzo degli ebrei sionisti sanguisughe di merda che ammazzano senza pietà e che hanno affamato il mondo tenendo gli stati per i coglioni con la truffa del debito. Mi sono rotta il cazzo dell’opus dei, dei testimoni di geova, dei protestanti, e mi sono rotta il cazzo dei falsi islamici che ammazzano le donne a sassate in testa. Mi sono rotta il cazzo della mafia lurida schifosa mano viscida del potere che per quattro spicci inquina pure la sua terra. Coglioni mafiosi, coglioni camorristi, coglioni ndranghetisti del cazzo ignoranti papponi e pusher senza più onore, è ora che ve ne andiate a fare in culo da questa terra con il cuore squarciato annegati nel vostro stesso sangue infetto. Mi sono rotta il cazzo della massoneria che ha impestato di vizi l’umanità rendendola depravata. Dovete crepare massoni, dovete crepare bruciati vivi. Mi sono rotta il cazzo della cia e di tutti i servizi segreti, mi sono rotta il cazzo dei soldati americani che fanno le guerre per le multinazionali credendo di farle per la loro patria. Mi sono rotta il cazzo delle trasmissioni televisive di merda, dei tg di merda, delle fiction di merda, dei reality di merda. Mi sono rotta il cazzo di tutte le famiglie nazionali e locali che fanno da gregari ai merdosi vampiri. Che queste famiglie vengano estinte e rese sterili di generazioni. Mi sono rotta il cazzo di vedere gli italiani a novanta gradi senza più palle farsi massacrare da tutte queste teste di cazzo che ridono alle loro spalle. Che questi italiani muoiano della morte che si meritano. Mi sono rotta il cazzo dei finti artisti che campano di siae e nascondono la verità alla povera gente, vi maledico. Che la vostra falsa arte sia il vostro cappio al collo. Mi sono rotta il cazzo delle prime donne che davanti alle brutte del padrone si cacano nelle mutande. Mi sono rotta il cazzo di tutto questo schifo. Abbiamo sorpassato ogni limite sopportabile. E quando si sorpassano certi limiti non c’è altra via che la reazione , perché è la violenza che stiamo subendo. Nessun testo sacro ammette l’accettazione dell’ingiusta violenza e tutti i testi sacri proclamano la giusta collera e la reazione fisica all’ingiustizia affidandoci schiere di angeli. È ora che chi vuole agire agisca. Io vi maledico pacifisti. Che possiate voi attraversare un deserto di vetri a piedi nudi per l’eternità. È giunta l’ora. Si alzino le anime dei nobili guerrieri sovrani. Si agisca in ogni modo e in ogni dove. Davanti alle ingiustizie, nessun padre, nessuna madre, nessun uomo e nessuna donna deve restare immobile, ne' subire, ne' tirarsi indietro. Davanti all’ingiustizia non deve esistere nessuna paura più forte del legittimo coraggio. Che sia fatta giustizia sociale per l’eterna pace e che la maledizione ai vampiri schiavisti dell’umanità abbia inizio ad ogni singola fine lettura. Io vi maledico.
NON FATE I BRAVI....NON CI SONO ISTRUZIONI
Non importa con quanto scrupolo seguirai le indicazioni: avrai sempre l'impressione di aver perso qualcosa, la sensazione sprofondata sotto la tua pelle di non aver vissuto . C'è quel sentimento di caduta nel cuore per essere andato troppo in fretta o serenamente distratto nei momenti in cui avresti dovuto fare attenzione solo all'istinto. Non ci sono istruzioni da seguire. Be', abituati a quella sensazione. È così che sentirai la tua vita. È solo questione di abitudine.
La morte non è niente. Bellissima poesia di Henry Scott.
“la morte non è niente.
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perchè sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non
piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.”
Sono solamente passato dall’altra parte:
è come fossi nascosto nella stanza accanto.
Io sono sempre io e tu sei sempre tu.
Quello che eravamo prima l’uno per l’altro lo siamo ancora.
Chiamami con il nome che mi hai sempre dato, che ti è familiare;
parlami nello stesso modo affettuoso che hai sempre usato.
Non cambiare tono di voce, non assumere un’aria solenne o triste.
Continua a ridere di quello che ci faceva ridere,
di quelle piccole cose che tanto ci piacevano
quando eravamo insieme.
Prega, sorridi, pensami!
Il mio nome sia sempre la parola familiare di prima:
pronuncialo senza la minima traccia d’ombra o di tristezza.
La nostra vita conserva tutto il significato che ha sempre avuto:
è la stessa di prima, c’è una continuità che non si spezza.
Perchè dovrei essere fuori dai tuoi pensieri e dalla tua mente, solo perchè sono fuori dalla tua vista?
Non sono lontano, sono dall’altra parte, proprio dietro l’angolo.
Rassicurati, va tutto bene.
Ritroverai il mio cuore,
ne ritroverai la tenerezza purificata.
Asciuga le tue lacrime e non
piangere, se mi ami:
il tuo sorriso è la mia pace.”
Henry Scott Holland
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