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mercoledì 31 agosto 2016

Caterina non era una strega. Fu picchiata, torturata e annegata. Caterina non era una strega. Ma gli uomini che la uccisero erano il Diavolo.

La strega di Vallebuja
  Una giovane orfana, cresciuta in solitudine e libertà dopo la morte dei genitori, vive in mezzo al bosco in una casa diroccata; ella trascorre così la sua adolescenza,ignorando il mondo e le sue regole, con una sola certezza: essere l'unica sopravvissuta alla terribile pestilenza che ha sterminato la sua famiglia e tutti coloro che conosceva. Questa vita solitaria finisce però all'improvviso: la gente di un vicino villaggio la addita come "la strega". Ed ecco che ella diviene il capro espiatorio, unica colpevole di tutte le sciagure che hanno colpito il paese, la bestia selvaggia, la serva del demonio. Dopo un lungo e tormentato processo per stregoneria, dopo le umiliazioni, le violenze e le torture, la "strega" è condannata a morte. Il 16 febbraio 1642 Caterina Farcigli viene annegata in Arno. Con lei non muore il Male, ma al contrario viene uccisa un'innocente, emblematica testimone, ancora una volta, di come l'odio e l'irrazionalità possano spingere la società "civile" alle scelte più atroci e disumane.
Questa frase riassume perfettamente la storia: la giovane Caterina, incredibilmente bella e cresciuta nel folto del bosco, convinta di essere l'unica sopravvissuta al mondo alla peste che le ha portato via la famiglia in giovanissima età, diventa per tutti "la strega", unica colpevole di ogni male del paese. Seguono la tortura e infine la morte, in una tragica storia già troppe volte scritta. Non fatevi ingannare dalla fama di Bianca Pitzorno, autrice considerata generalmente "per bambini": per la tematica e le azioni narrate non è affatto adatto ai piccoli lettori. Ma letto nella prima adolescenza, magari con la compagnia di un genitore, può aiutare a gettare luce su una pagina della nostra storia e società che a scuola generalmente si ignora.


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