Care anime in cammino,
Mentre il mondo si ammanta di luci e di festività, mi fermo. Un istante di silenzio. Un respiro profondo nell'intimo del Natale.
Quest'anno, la parola "pace" non risuona come un facile augurio, ma come una domanda complessa che abita nei nostri cuori. Cosa significa veramente la pace? Non solo l'assenza di conflitto, ma la presenza di comprensione. Non un'idea astratta, ma un sentimento che si costruisce nelle piccole, invisibili connessioni umane.
Guardo le lucine dell'albero e penso alle ombre che tutti portiamo dentro. Le nostre fragilità, i nostri dubbi, le ferite non ancora guarite. Il Natale non è negazione del dolore, ma spazio di trasformazione. È il momento in cui accettiamo che la luce nasce proprio accanto all'oscurità, non contro di essa.
Mi chiedo: cosa abbiamo imparato quest'anno? Quali parti di noi hanno sofferto, e quali si sono invece rinnovate? Ogni ciclo che si chiude porta semi di saggezza, se sappiamo ascoltare.
La vera nascita non è solo quella raccontata dalle tradizioni, ma quella che avviene dentro di noi. Ogni volta che decidiamo di essere gentili quando sarebbe più facile essere feriti. Ogni volta che scegliamo la compassione invece del giudizio.
Auguro non felicità, ma consapevolezza. Non pace esteriore, ma pace interiore. Un viaggio dentro noi stessi che sia coraggioso e tenero insieme.
Che questo Natale sia un respiro profondo nell'anima del mondo.
Con riflessiva tenerezza.
FRANCESCA
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