Nelle vostre tiepide case
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo,
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi:
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Voi che trovate tornando a sera
Il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo,
Che lavora nel fango
Che non conosce pace
Che lotta per mezzo pane
Che muore per un sì o per un no.
Considerate se questa è una donna,
Senza capelli e senza nome
Senza più forza di ricordare
Vuoti gli occhi e freddo il grembo
Come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
Vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
Stando in casa andando per via,
Coricandovi alzandovi:
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
La malattia vi impedisca,
I vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
Marc Chagall, Sopra Vitebsk, 1914.
In quest’opera riconosciamo una delle figure ricorrenti nell’arte di Chagall: l’ebreo errante, rappresentato con il bastone e il sacco in cui ha raccolto ciò che possiede. L’uomo sta fuggendo da Vitebsk, paese natale dell’artista. Come in gran parte della produzione artistica di Chagall, l’uso di un linguaggio onirico e fiabesco racconta un dramma reale: quello della persecuzione degli ebrei nella Russia dello zar, circostanza che ha condizionato la giovinezza dell’artista bielorusso.
In quest’opera riconosciamo una delle figure ricorrenti nell’arte di Chagall: l’ebreo errante, rappresentato con il bastone e il sacco in cui ha raccolto ciò che possiede. L’uomo sta fuggendo da Vitebsk, paese natale dell’artista. Come in gran parte della produzione artistica di Chagall, l’uso di un linguaggio onirico e fiabesco racconta un dramma reale: quello della persecuzione degli ebrei nella Russia dello zar, circostanza che ha condizionato la giovinezza dell’artista bielorusso.
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