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sabato 6 dicembre 2014

BERTONE O CESARE?

Sobriamente si finisce male. L’eleganza della povertà non si addice a certi costumi secolari. E allora perché non organizzare un mega party in un attico romano per celebrare gli ottant’anni? Nulla di strano, se l’idea fosse parto di qualche eclettico vecchietto prossimo al trapasso, rigonfio di viagra e “fanciullino”. Ma così non è stato, perché il signore in questione è un porporato, uno dei massimi rappresentanti di Sancta Romane Ecclesia, il Cardinale Tarcisio Bertone. Ottant’anni vengono una volta sola e vanno degnamente celebrati. Questo è giusto. Ma quando al gusto delle celebrazioni dello spirito, dell’Altissimo, del Vangelo, della semplice strada verso la fede, si accompagnano sibaritici banchetti conditi da Tartufo d’Alba, Cristalli, Argenti e porcellane, si perde un po’ troppo la via verso la redenzione. Così, mentre i cristiani d’Oriente vivono il loro olocausto, nella cattolicissima Italia va in scena il compleanno dei compleanni, in puro stile farisei nel tempio.
Bertone, come precisa “Il Messaggero”, “avrebbe voluto allestire la sua festa di compleanno non tanto nella Casina di Pio IV ma nel suo mega appartamento, fresco di ristrutturazione, nel quale si è trasferito da qualche giorno ma vi sarebbero ancora dei piccoli inconvenienti da risolvere legati al trasloco, piccoli lavoretti da fare. Insomma non era ancora perfetto, sicchè è avanzata l’idea di trasferire il pranzo nei giardini vaticani. La nuova residenza è stata al centro di feroci polemiche non solo per il costo astronomico della ristrutturazione (a carico di Bertone) ma per l’ampia metratura. Un super attico di quasi 500 metri quadrati, frutto dell’accorpamento di due appartamenti cardinalizi situati in uno dei palazzi ottocenteschi vicini all’ingresso del Perugino.
Così tra gli stucchi della sfarzosissima location della casina Pio IV, nei giardini vaticani, gioiello architettonico del XVI secolo, e quelli crepati delle coscienze, scoloriti, Summum Porporatum Bertone, in compagnia di una ristretta cerchia di fedelissimi amici, cardinali e monsignori, suoi ex collaboratori, si è dato alla divina gioia materiale in un pranzo regale andato in scena ieri. E Papa Bergoglio? Papa Bergoglio non figurava tra gli invitati.


E si rinnova la storia di Dio che annega nell’oro e tra le pagine di parabole, come quella dei “Mercanti nel Tempio”, probabilmente usate, oggi, come sottovaso o sottobicchiere. Cristo s’è fermato e non ad Eboli, per disperazione, per rassegnazione, nell’auto annullamento onnipresente dei suoi figli, nel nichilismo di plastica e microchip di questa epoca, nei “brillocchi” al dito di qualche suo rappresentante, nel materialismo che ci inonda e ci trasforma in pupazzi da battaglia e che, oggi, viene celebrato a dovere, ancora una volta.
Se ci riflettiamo bene,in fondo, non e' cambiato nulla.

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