E se la storia ce l’avessero raccontata al contrario?
Se il mostro non fosse quello con i denti,
ma quello con la faccia innocente e la morale pronta?
Cappuccetto Rosso entra nel bosco sapendo benissimo di non doverlo fare.
Disobbedisce. Devia. Curiosa.
Non è una vittima: è qualcuno che vuole vedere cosa succede.
Il lupo non mente.
Fa il lupo.
Ha fame, segue l’istinto, non finge di essere altro.
Cappuccetto invece impara presto l’arte più pericolosa di tutte:
sembrare buona mentre testa i limiti.
Sorridere mentre provoca.
Raccontare una storia in cui, comunque vada, lei sarà quella da salvare.
E se il vero predatore fosse chi usa l’innocenza come maschera?
Chi infrange le regole ma poi chiede protezione.
Chi entra nel bosco e, quando qualcosa va storto, grida allo scandalo.
Forse il lupo è solo il capro espiatorio perfetto:
brutto, solo, facile da odiare.
Uno a cui appiccicare addosso tutta la colpa
per non guardare in faccia la nostra.
Perché fa più comodo credere che il male sia riconoscibile.
Che abbia zanne, pelo scuro e occhi cattivi.
Fa molto più paura accettare che a volte il vero lupo
indossa un mantello rosso e chiede compassione.
Le favole non servono a insegnarci chi è buono o cattivo.
Servono a farci dormire tranquilli.
Ma il bosco, quello vero,
non è pieno di lupi.
È pieno di Cappuccetti Rossi che sanno benissimo dove stanno andando.
Quello che dice “con tutto il rispetto”
e poi affonda il coltello.
Quello sempre educato, sempre composto,
che non alza mai la voce, ma gode quando ti vede inciampare.
Il vero lupo non ringhia.
Sorride.
Usa le buone maniere come museruola morale per nascondere una fame che non ha mai imparato a gestire.
Sono quelli che parlano piano per sembrare superiori.
Che ti correggono con grazia mentre rosicano come animali chiusi in gabbia.
Educatissimi.
Impeccabili.
Avvelenati.
Il lupo vero almeno è onesto.
Ha denti, fame e istinto.
Cappuccetto Rosso invece ha imparato il trucco migliore: fare la vittima, fare la civile, fare la persona perbene, mentre coltiva rancore come fosse un giardino segreto.
E guai a smascherarli.
Perché allora sei tu quello “esagerato”.
Tu quello “poco elegante e cafone".
Tu quello “aggressivo”.
La loro arma non è la violenza.
È la passivo-aggressività con il fiocco.
Il giudizio sussurrato.
Il veleno servito freddo, con il tovagliolo sulle ginocchia.
Il mondo è pieno di lupi dichiarati.
Ma è infestato da Cappuccetti Rossi
che usano l’educazione per sentirsi superiori
e la morale per non guardare la propria miseria.
Occhio a chi è sempre corretto.
A chi non sbaglia mai tono.
A chi è “una persona così a modo”.
Perché il bosco non è pericoloso per i mostri. Ma per chi ha imparato a mordere senza lasciare segni.
Occhio a chi è troppo a modo.A volte non è educazione.
È veleno ben pettinato.