La trama, che gioca su una parvenza di continuazione senza una direzione, è un'accozzaglia di epiche frasi fatte, battaglie che sembrano uscite da un videogioco di seconda mano, e un protagonismo da leggenda che non ha più nulla di eroico. Maximus, in qualche modo, ritorna, ma in una forma tanto distorta e disincarnata da far sembrare il suo personaggio un simbolo vuoto, ridotto a mera macchina da guerra emotiva, privo di qualsiasi spessore psicologico. La mancanza di una vera spinta narrativa e la confusione temporale fanno sembrare il film una forzatura, una mano che tenta goffamente di afferrarsi al passato, senza mai afferrare nulla di concreto.
E non è solo la trama a crollare sotto il peso del fallimento. Il comparto visivo, che ai tempi del primo film faceva vibrare la carne con la potenza delle sue battaglie, è ora una parodia di sé stesso. Gli effetti speciali, abbandonati nella speranza di mascherare la mancanza di scrittura, si rivelano un’esibizione gratuita di pixel e carneficine, un fluire incessante di sangue e sabbia che diventa stancante ben prima dei titoli di coda. La sensazione è quella di un affresco in cui ogni pennellata è stata appesantita dalla consapevolezza che, se non fosse per il marchio di Scott, nessuno avrebbe creduto a questa farsa.
I dialoghi? Un insulto alla lingua, un volo pindarico di epici luoghi comuni che sono solo rumore. Nessuna verità, nessuna poesia. Solo il tentativo di riprodurre l'effetto che il primo film aveva creato, con frasi che suonano come il disperato tentativo di ricopiare l’intensità del passato senza capirne la profondità. "Il Gladiatore 2" non ha nulla da dire e lo dice in modo fastidiosamente retorico.
Anche la performance degli attori è ingabbiata dalla medesima sterile esibizione di sguardi e pose monumentali. Nulla che possa scaldare un cuore o provocare un'emozione sincera. Le loro interpretazioni sembrano più relegate a una pantomima, parte di una coreografia posticcia dove il talento è sepolto sotto il peso della produzione. Russell Crowe, benché presente solo come ombra, sebbene ridotto ad una presenza evanescente, riesce comunque a far apparire tutti gli altri attori come meri figuranti. La sua assenza è palpabile, ma la sua presenza, tragicamente, lo è altrettanto.
La verità è che questo sequel non è solo un film fallito; è un colpo mortale inferto alla memoria del primo "Gladiatore". Dove il film di Scott riusciva a coniugare introspezione e spettacolari battaglie con una poesia struggente, "Il Gladiatore 2" non è che un banale esercizio di marketing, un'inutile emulazione di qualcosa che non può essere replicato. È come osservare una statua che perde pezzi ogni volta che qualcuno tenta di ripararla, fino a diventare una caricatura della sua forma originale.
Inoltre,come se non bastasse, Il Gladiatore 2 non solo massacra la memoria del suo predecessore, ma affonda ulteriormente nella mediocrità con una colonna sonora inesistente. Dove Hans Zimmer aveva saputo trasformare la musica in un’entità vivente, capace di sostenere l’epicità del film, qui c'è solo silenzio. Non si sente alcuna intensità, nessuna melodia che possa evocare emozioni. Ogni scena che dovrebbe essere esaltata dalla musica è lasciata morire nel vuoto, con un sottofondo generico che pare solo un fastidioso riempitivo. Se il primo film viveva grazie a quella sinergia tra immagini e suoni, questo sequel non è che una triste marcia funebre priva di qualsiasi impatto sonoro.
Mancavano solo Willy il coyote e Bip Bip.
by francesca
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