Andando e scorrendo voci e suoni da lontano ,di passaggio ,soffermandomi a sentirne,a volte, il tono ,il timbro sarcastico o volutamente perentorio o anche volutamente suadente, una sola cosa penso della chat : il suo mcm e' la solitudine sociale. Solitudine dettata dai piu' svariati motivi e intesa nelle forme piu' articolate, ma uguale per tutti, indistintamente.
E' inutile e patetico volersi giustificare e dare altre spiegazioni; se ci fosse uno spiraglio di umanita' che si insinua tra le pieghe delle vite che ho ascoltato, non ci sarebbe QUESTO tipo di chat. Innamorati del proprio carceriere,del proprio seviziatore , piuttosto che affrontare il vuoto dei silenzi sociali. Disposti a farsi frantumare , piuttosto che ascoltare il silenzio,il proprio silenzio. Non e' un je t'accuse. Il mio “Je t'accuse” non è rivolto a qualcuno e non deve essere inteso come tale.
Le responsabilità vanno sempre ripartite equamente
a seconda del proprio operato e ognuno deve esaminare,
in base a quello che sta facendo, se la questione lo riguardi
o meno e in che misura.
L'abitudine di puntare il dito contro qualcuno esorcizza in certo qual modo la
solitudine sociale, poiche' crea branco.Non c'e' intelligenza che spicca,non c'e' eleganza che si fa notare, c'e' paura d'esclusione,palpiti accelerati dallo scomparire.
Dimostrare a tutti i costi di essere indispensabili, incisivi,senza rendersi conto di essere solo funzionali,pezzi di macchine che girano,girano e riempiono i silenzi.
Andar contro, andar verso.......tutti vogliono una voce, tutti vogliono avere una spalla, tutti vogliono essere notati: sono qui!Sono qui!
Ma siamo qui comunque, anche in silenzio, se nella nostra vita siamo almeno un po' innamorati di noi stessi, un po' narcisi, un po' folli, indecentemente convinti di quel che pensiamo : ANCHE IN SILENZIO E NEL TOTALE ANONIMATO NESSUNO POTRA' NON NOTARCI.
Solo se si capisce che ciò che è stato detto, scritto, fatto è frutto
dell'inganno, della mancanza di onestà, della folle gara ad essere primi, allora si può passare a puntare il dito "contro" e a pronunziare il proprio
" JE T'ACCUSE ". Ma il capire profondamente ,guardando con gli occhi del killer ,e' di pochi.
dell'inganno, della mancanza di onestà, della folle gara ad essere primi, allora si può passare a puntare il dito "contro" e a pronunziare il proprio
" JE T'ACCUSE ". Ma il capire profondamente ,guardando con gli occhi del killer ,e' di pochi.
vvb Francesca
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