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domenica 26 settembre 2010

Senza chat, Facebook e avatar non si vive: dipendenza da internet






ROMA - Non ci sono studi ufficiali, ma la dipendenza da internet sta diventando anche in Italia una patologia: il 10% di chi 'frequenta' assiduamente internet, infatti, potrebbe esserne dipendente. Una vera e propria assuefazione, una «droga» , che adesso in Italia, a Roma, si può curare al policlinico Gemelli, dove è nato un centro di cura per la dipendenza da internet, che ha aperto i battenti proprio oggi, con i primi due iscritti. A seguire i pazienti lo psichiatra Federico Tonioni, responsabile dell'ambulatorio, e lo psicologo dell'associazione «La promessa» Lucio De Alessandris


Il numero di Dunbar, conosciuto anche come la regola dei 150, asserisce che la dimensione massima di una vera rete sociale è limitata a circa 150 membri. Tale numero deriva da studi di sociologia e soprattutto di antropologia, sulla dimensione massima di un "villaggio". Il tentativo di violare tale regola è attuato dalle reti sociali su Internet: la rete delle relazioni sociali tessuta ogni giorno, in maniera più o meno casuale, nei vari ambiti della propria vita, si può così "materializzare", organizzare in una "mappa" consultabile, e arricchire di nuovi contatti.


Chat room e instant messaging sono strumenti per comunicare in tempo reale, con una o più persone contemporaneamente, siano essere "amici" o completi estranei.
Spesso le persone che ne diventano dipendenti hanno qualche difficoltà a stabilire rapporti significativi con altre persone. La natura anonima e da subito confidenziale delle chat crea prontamente un senso di comunità, di relazione e di intimità. La frequenza a particolari "stanze", dove si "chiacchiera" di un particolare argomento, può sopperire a bisogni non soddisfatti nella vita reale di sostegno, accettazione, appartenenza e persino intimità e "amore".
.Succede  che vi siano persone che si scagliano contro i dipendenti da alcool o cocaina e poi si collegano passando cinque ore in una chat room"
Il motivo principale del successo e della rapida espansione di Internet sta nel fatto che, in rete, diventa possibile la circolarità delle informazioni, sfruttando le risorse della comunicazione telematica (interattività, ipertestualità e tempestività). Come laboratorio individuale la Rete si trasforma in una sorta di grosso contenitore dal quale attingere informazioni e materiale multimediale, nel quale ricercare, in un ambiente relativamente protetto, stimoli ed emozioni. Come laboratorio sociale Internet offre molto, per facilità d'uso e di accesso a relazioni con altre persone, a rapporti di amicizia, sentimentali o pseudosessuali. Internet si presta anche come contenitore (inteso ora in senso più strettamente psicodinamico) delle proprie emozioni, come schermo bianco per la proiezione di pulsioni e fantasie, come contesto relazionale nel quale agire i propri schemi comportamentali o sperimentarne di nuovi, rimanendo “agganciato” alla Rete sempre di piu'. 


La dipendenza, inoltre, è vissuta in maniera diversa da uomini e donne: i primi sono interessati dalla ricerca di notizie, dai giochi, dal sesso virtuale. Cercano potere, status e supremazia, gravitando tra eccesso di informazione, giochi interattivi aggressivi e chat room.

Di contro, le donne usano il web per lo più per trovare sostegno, amici, relazioni sentimentali.
Ho notato in molte di queste persona la sindrome detta “ancora un altro minuto”: tipica risposta.....come quando a un alcolista viene chiesto di smettere di bere e questo risponde “ancora un altro drink”.


.Tra i segnali più evidenti ci sono uno scarso interesse per la propria salute e l’alimentazione; diminuzione dell’attività fisica e della socializzazione, e la tendenza a negare il problema e a mentire.
 Tutto questo altro non è che sintomo di dipendenza, solitudine e mancanza di fiducia in sé stessi,al contrario queste persone credono di essere molto piu furbe di tutti gli altri connessi in rete e di essere padroni di se stessi.


 

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