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lunedì 18 luglio 2016
Le parole di Erdogan: "Atto di tradimento" hanno scatenato la furia deglii stessi islamisti che ieri sera Erdogan aveva richiamato attorno a sé in strada per aiutarlo a salvare il suo “governo democraticamente eletto” che oramai di democratico non ha più nulla.
La testimonianza del pericolo e dell'orrore è in un video che è stato postato su un canale YouTube, in cui si vede un soldato riverso in un lago di sangue. La clip è stata rimossa dal social, ma le immagini hanno fatto il giro del mondo.
La notizia è stata rilanciata da molti quotidiani internazionali che stanno seguendo la vicenda turca, tra questi l’Independent, il Mirror e la Bbc.
L'orrore della scena che si vede nel video è senza limite, il soldato ha la testa mozzata e il suo corpo è circondato dai sostenitori del governo-regime Akp. Altre immagini viaggiano sulla rete, in cui altri soldati, sebbene si siano palesemente arresi, vengono picchiati a sangue con manganelli da esagitati islamisti che gridano “Aallahu akbar” (Dio è grande).
Sono circa 3mila i soldati arrestati che sono stati concentrati negli stadi, in attesa del loro inesorabile destino. La memoria corre all'anno del Signore 1973, quando accadde qualcosa di molto simile durante il golpe cileno guidato dal generale Pinochet. Erdogan, forte del fallimento del colpo di Stato, ha ordinato l’arresto di 9 giudici della Corte Suprema, la rimozione di altri 2.745 e la destituzione di 5 generali e 30 colonnelli. Questi numeri sono destinati a crescere. Inutile poi far riferimento a eventuali provvedimenti nei confronti di stampa e media, visto che erano già stati silenziati ben prima del golpe.
Stati Uniti e UE si sono schieranti con Erdogan, in nome del cosidetto sempre presente “rispetto dell’ordine democratico” da parte dei golpisti. La situazione sta degenerando e sta assumendo contorni sempre più foschi, tenuto conto del fatto che la Turchia è paese membro della Nato nonché candidato ad entrare in UE.

LA "PURGA" DI ERDOGAN
L'orrore della scena che si vede nel video è senza limite, il soldato ha la testa mozzata e il suo corpo è circondato dai sostenitori del governo-regime Akp. Altre immagini viaggiano sulla rete, in cui altri soldati, sebbene si siano palesemente arresi, vengono picchiati a sangue con manganelli da esagitati islamisti che gridano “Aallahu akbar” (Dio è grande).
Stati Uniti e UE si sono schieranti con Erdogan, in nome del cosidetto sempre presente “rispetto dell’ordine democratico” da parte dei golpisti. La situazione sta degenerando e sta assumendo contorni sempre più foschi, tenuto conto del fatto che la Turchia è paese membro della Nato nonché candidato ad entrare in UE.


la "purga" del presidente Erdogan: decine di soldati umiliati
Dopo il fallito golpe, l'ira e la vendetta di Erdogan. In queste crude immagini decine di soldati mezzi nudi e ammanettati sono stipati nelle palestre, in attesa di venire giudicati come traditori. Per loro nessuna pietà e nessun diritto civile rispettatoTurchia: soldati seminudi e ammassati
fonte: http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2016/07/18/turchiadomenica 17 luglio 2016
Tigmad, quando Roma conquistava anche con il cuore
L’INTREPIDO esploratore non credeva ai suoi occhi: davanti a lui, in parte sepolto sotto la sabbia del deserto algerino, un arco di trionfo romano! Quando nel 1765 lo scozzese James Bruce fece questa scoperta, non immaginava neppure di trovarsi sopra le rovine del più grande insediamento romano mai costruito nel Nordafrica: l’antica città di Thamugadi, oggi conosciuta come Timgad.
Oltre un secolo dopo, nel 1881, alcuni archeologi francesi avviarono gli scavi delle ben conservate rovine di Timgad. Conclusero che in netto contrasto con l’ambiente circostante arido e inospitale, qui gli abitanti godevano di uno stile di vita molto confortevole e lussuoso. Ma perché i romani fondarono una prospera colonia in un luogo simile? Cosa possiamo imparare da questa antica città e dai suoi abitanti?
UN DOPPIO FINE POLITICO
Quando nel I secolo a.E.V. (ovvero a.C.) i romani estesero il proprio impero all’Africa settentrionale, incontrarono feroce opposizione da parte di alcune tribù nomadi. Come potevano gli invasori stabilire rapporti pacifici con gli abitanti locali? Inizialmente i soldati della terza legione Augusta costruirono molte fortificazioni e avamposti militari nella vasta regione montagnosa che si trova nel nord dell’attuale Algeria. In seguito costruirono la città di Timgad, ma per un fine ben diverso.
Ufficialmente i romani fondarono la città di Timgad per i veterani dell’esercito, ma in realtà la costruirono con l’intento di indebolire la resistenza delle tribù locali. Il loro stratagemma riuscì. Lo stile di vita confortevole di Timgad iniziò presto a esercitare il proprio fascino sulle persone del posto che vi si recavano per vendere i propri prodotti. Nella speranza di essere accettati a Timgad, dove solo cittadini romani potevano risiedere, molti nativi si arruolavano volontariamente nella legione romana per un periodo prestabilito di 25 anni in modo da ottenere la cittadinanza romana per se stessi e per i propri figli maschi.
Non accontentandosi di essere semplici cittadini romani, alcuni africani arrivarono anche a raggiungere posizioni preminenti a Timgad o in altre città coloniali. L’astuta strategia dei romani per integrare i locali fu così efficace che, solo mezzo secolo dopo la sua fondazione, Timgad era abitata perlopiù da nordafricani.
ROMA CONQUISTA I CUORI
Come riuscirono i romani a conquistare così rapidamente il cuore degli indigeni? In parte dipese dal favorire l’uguaglianza tra i cittadini, principio promosso dallo statista romano Cicerone. Il territorio venne equamente suddiviso tra i veterani romani e i cittadini di origine africana. La città fu progettata accuratamente, con isolati quadrangolari di 20 metri per lato, separati da vicoletti. Una tale disposizione ordinata ed equa era senza dubbio particolarmente attraente per gli abitanti.
Come in molte città romane, nei giorni di mercato le strade prendevano vita e gli abitanti potevano incontrarsi al foro per sentire le ultime novità e per partecipare a vari giochi. Nelle giornate più torride i nativi che vivevano sulle aride montagne circostanti sicuramente immaginavano di passeggiare lungo gli ombrosi colonnati o di ritemprarsi in una delle varie terme pubbliche al suono rilassante dell’acqua. Magari si vedevano seduti attorno a fresche fontane a chiacchierare con gli amici. Tutto ciò sarà stato per loro come sognare a occhi aperti.
Anche il teatro ebbe un ruolo chiave nel conquistare il cuore delle persone. Con oltre 3.500 posti a sedere, riusciva a ospitare i chiassosi spettatori che affluivano dalla stessa Timgad e dalle città vicine. Gli attori introdussero il pubblico al gusto romano per i divertimenti dissoluti con spettacoli caratterizzati da immoralità e violenza.
La religione romana ebbe un ruolo altrettanto importante. I pavimenti e i muri delle terme erano riccamente decorati con mosaici colorati che mostravano scene della mitologia pagana. Dato che i bagni termali facevano parte della vita quotidiana, gli abitanti gradualmente familiarizzarono con la religione e le divinità romane. Il tentativo di far adottare agli africani la cultura romana fu talmente efficace che le stele funerarie spesso riportavano triadi di divinità sia locali che romane.
Gli archeologi che riportarono alla luce le rovine di Timgad trovarono al foro un’iscrizione latina che li fece sorridere: “Cacciare, andare alle terme, giocare, ridere: questa è vita!” Secondo uno storico francese in quest’iscrizione “echeggia una filosofia magari poco ambiziosa, ma che è considerata da alcuni il segreto della saggezza”.
In effetti i romani seguivano questo stile di vita da diverso tempo. Un cristiano vissuto nel I secolo, l’apostolo Paolo, parlò di persone la cui filosofia di vita era: “Mangiamo e beviamo, poiché domani moriremo”. Sebbene fossero religiosi, i romani vivevano per il piacere momentaneo, senza interrogarsi più di tanto sul vero senso o scopo della vita.

Nel V secolo Timgad fu saccheggiata dai Vandali, causando il lento declino. Nel 535 la città venne occupata dal generale bizantino Salomone, mentre nel VII secolo essa venne fatta oggetto di un’opera di ripopolamento come un centro di primaria importanza per la Cristianità; in seguito ad un saccheggio da parte dei Berberi, Timgad venne però definitivamente abbandonata.


sabato 16 luglio 2016
lunedì 11 luglio 2016
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