L’accordo sul sistema contrattuale firmato con scene di giubilo comune tra i vertici di CgilCislUil e quelli di Confindustria è la peggiore politica di austerità fatta contratto. Esso conclude un percorso iniziato nel 2009 da un’ intesa che la Cgil inizialmente non sottoscrisse, salvo poi cambiare idea successivamente. L’ultimo contratto dei metalmeccanici sottoscritto anche dalla Fiom – il peggiore della storia della categoria con zero aumenti salariali, la flessibilità a go go e i fondi sanitari- ha dato il via libera definitivo a quest’intesa.
L’accordo programma la riduzione dei salari impedendo di chiedere aumenti nei contratti nazionali e legando rigidamente quelli aziendali ai massimi profitti dell’impresa. Nello stesso tempo flessibilità e precarietà sono assunti come elementi costitutivi del rapporto di lavoro. E l’orario di lavoro e l’intensità della prestazione possono solo aumentare. Questa è la nuova costituzione delle relazioni sindacali e l’organizzazione che non l’accetta vedrà messo in discussione il suo stesso diritto ad esistere. Un accordo liberticida contro tutti i diritti dei lavoratori.
I metalmeccanici tedeschi hanno raggiunto le 28 ore settimanali con aumento dei salari. L’accordo sul sistema contrattuale italiano non solo impedisce che simili risultati possano essere mai acquisiti, ma vieta persino che possano essere richiesti. La piattaforma della IgMetall nel sistema sottoscritto da Camusso e compagnia sarebbe semplicemente fuorilegge. Neppure i vertici della UE avrebbero saputo imporre ai lavoratori italiani un sistema così capace di farli lavorare sempre di più e guadagnare sempre di meno.
CgilCislUil e Confindustria cancellano la possibilità per i lavoratori di ottenere contratti degni di questo nome, ma si mettono definitivamente assieme in affari. Fondi pensione, sanità privata, formazione e traffici vari sul lavoro, di questo si occuperanno davvero.
Alla firma dell’intesa i leader sindacali e confindustriali si sono abbracciati e hanno fatto sapere alla politica che essa non deve occuparsi di loro, che i lavoratori sono roba loro. Pensano così di essersi salvati dal crollo del PD, partito che, pur con finte polemiche, hanno sempre sostenuto. Hanno organizzato un sindacato unico di regime in cui padroni e vertici sindacali operano affratellati in una sola corporazione.
E hanno offerto i servigi di questo “sindacato” al nuovo governo, qualunque esso sia purché sia responsabile.
Questo accordo della vergogna, sottoscritto senza neanche un’assemblea nei luoghi di lavoro, è come la controriforma costituzionale di Renzi. E deve fare la stessa fine. Combattere e rovesciare il sindacato CGILCISLUILCONFINDISTRIA è oggi indispensabile per riconquistare diritti, salario e libertà in tutto il modo del lavoro.
PS : Guardate questa foto, non hanno neanche il senso del decoro..
Benvenuti

lunedì 12 marzo 2018
Esiste un luogo - disse il vecchio - dove ci sembra di essere stati felici. Per me è la casa dove ho passato la mia infanzia. Oggi non esiste più.

Io posso ricordarne ogni stanza, ogni odore, ogni oggetto, ogni angolo segreto. Ci passeggio e posso descrivere l’incanto del camino, gli alberi che vedevo dalla finestra, le scale verso la buia cantina, i miei giocattoli dentro un cassetto, l’eco delle voci al risveglio. E il volto di una persona, uno specchio, un quadro, una vecchia radio, ogni segno sui muri, ogni mela del granaio e ogni ragnatela della cantina. Il battere delle piogge autunnali sui vetri, la neve fuori dalla porta, l’odore dei fiori primaverili sul tavolo, il ronzio delle mosche d’estate. Sento cigolare il secchio del pozzo e annuso la madia del pane, e riascolto i rumori che sentivo la notte, da quelli paurosi a quelli amici.
Voi mi direte: questo è il potere del ricordo, che sa andare indietro nel tempo. No, non è solo questo. Se di ogni cosa esiste l’opposto, esiste qualcosa che nega il nostro tempo spietato, fatto di attimi fuggevoli e di sparizioni. Non è un sogno, né un’evocazione magica di fantasmi. Tutto è carne e mondo e muffa e sole, scoppia un improvviso lampo di verità, si apre un misterioso varco e noi entriamo in quella casa. Che non è lontana nel passato, ma è sempre stata vicino a noi. E ci aspetta. Le macerie sono soltanto uno dei suoi tanti destini.
Non è ricordare, non è ritornare. Semplicemente non abbiamo una parola che possa spiegarci questa riapparizione. Non ho teorie né mappe, solo il mio stupore. Ma so che quella casa mi aspetterà sempre.
Camminate anche voi ogni tanto, in quelle stanze?
Stefano Benni, Baolian, capitolo 3
venerdì 9 marzo 2018
giovedì 8 marzo 2018
Io odio la festa della donna
Ne sono consapevole. Quello che sto per scrivere, probabilmente, mi renderà impopolare agli occhi di molte di voi; spero possiate perdonarmi in partenza. Con l’esperienza ho imparato che preferisco risultare “antipatica” dicendo quello che penso e non simpatica sostenendo la verità di tutti, ma che non m’appartiene.
Io odio profondamente la festa della donna, o meglio, non tollero – e lo urlo, così potete sentirmi tutte – le donne che utilizzano quest’occasione per uscire di casa e sfogare ogni istinto represso, come se quella sera, tutto fosse concesso.
Mi chiedo e mi domando come sia possibile che negli ultimi anni, questa festa sia diventata una specie di sagra della frivolezza e della stupidità, o meglio ancora, della “patata” .
L’8 marzo attuale è caratterizzato da orde di donne che escono da casa tirate, vestite – o svestite – di tutto punto con l’intento di farsi notare, e molto spesso non per l’eleganza.
Capita quindi – fatto realmente accaduto – mentre sei con le tue amiche seduta ad un tavolo per mangiare una semplice pizzetta, stanca, svogliata e presente alla cena solo per trascorrere del tempo con le persone alle quali vuoi bene, che rischi d’ imbatterti nei discorsi fatti dal gruppo di donne che siedono al tavolo affianco: “Andiamo a vedere lo streap dell’italiano o del brasiliano? Quello lì l’hai sentito? Se non te lo fai stasera, non te lo fai mai più”. No scusatemi, devo essermi persa un passaggio.
L’8 marzo è diventata la giornata del sesso libero? Dello – perdonate il termine – “smignottamento” gratuito e senza limiti? E non ditemi che non è così; i miei amici di sesso maschile attendono questa serata come i bambini fanno con Babbo Natale, sostenendo che in quelle ore vengono “aperte le gabbie”.
Ma vi rendere conto? Poi, per carità, non c’è nulla di male, ognuno vive la propria vita, compresa quella sessuale, come desidera, e gestisce la propria vagina in egual modo, ma provo fastidio nel vedervi tirare fuori il peggio di voi, una volta ogni 365 giorni, utilizzando come pretesto questa ricorrenza.
Cosa farò io ? Per carità, niente mimose perché mi fanno venire mal di testa. Probabilmente eviterò ogni locale affollato e abbandonerò le mie amiche a loro stesse, ai loro discorsi, ai loro – eventuali – spogliarelli. Se invece voi, deciderete di festeggiare, non scordate di mettere in borsa il necessario; la pochette dei trucchi, il portafoglio, ma soprattutto il buon senso e l’amor proprio, ingredienti indispensabili non solo l’8 marzo, ma ogni giorno della vostra vita.
Io odio profondamente la festa della donna, o meglio, non tollero – e lo urlo, così potete sentirmi tutte – le donne che utilizzano quest’occasione per uscire di casa e sfogare ogni istinto represso, come se quella sera, tutto fosse concesso.
Mi chiedo e mi domando come sia possibile che negli ultimi anni, questa festa sia diventata una specie di sagra della frivolezza e della stupidità, o meglio ancora, della “patata” .
L’8 marzo attuale è caratterizzato da orde di donne che escono da casa tirate, vestite – o svestite – di tutto punto con l’intento di farsi notare, e molto spesso non per l’eleganza.
Capita quindi – fatto realmente accaduto – mentre sei con le tue amiche seduta ad un tavolo per mangiare una semplice pizzetta, stanca, svogliata e presente alla cena solo per trascorrere del tempo con le persone alle quali vuoi bene, che rischi d’ imbatterti nei discorsi fatti dal gruppo di donne che siedono al tavolo affianco: “Andiamo a vedere lo streap dell’italiano o del brasiliano? Quello lì l’hai sentito? Se non te lo fai stasera, non te lo fai mai più”. No scusatemi, devo essermi persa un passaggio.
L’8 marzo è diventata la giornata del sesso libero? Dello – perdonate il termine – “smignottamento” gratuito e senza limiti? E non ditemi che non è così; i miei amici di sesso maschile attendono questa serata come i bambini fanno con Babbo Natale, sostenendo che in quelle ore vengono “aperte le gabbie”.
Ma vi rendere conto? Poi, per carità, non c’è nulla di male, ognuno vive la propria vita, compresa quella sessuale, come desidera, e gestisce la propria vagina in egual modo, ma provo fastidio nel vedervi tirare fuori il peggio di voi, una volta ogni 365 giorni, utilizzando come pretesto questa ricorrenza.
Cosa farò io ? Per carità, niente mimose perché mi fanno venire mal di testa. Probabilmente eviterò ogni locale affollato e abbandonerò le mie amiche a loro stesse, ai loro discorsi, ai loro – eventuali – spogliarelli. Se invece voi, deciderete di festeggiare, non scordate di mettere in borsa il necessario; la pochette dei trucchi, il portafoglio, ma soprattutto il buon senso e l’amor proprio, ingredienti indispensabili non solo l’8 marzo, ma ogni giorno della vostra vita.
mercoledì 7 marzo 2018
Uomini contro di Francesco Rosi, 1970
Tratto dal libro di Emilio Lussu Un anno sull'altipiano, è uno dei film più belli e rappresentativi della filmografia antimilitarista. Ambientato sulle montagne del Carso durante la prima guerra mondiale il libro ed il film denunciano la violenza e l'inettitudine del potere e militare e l'uso disumano che viene fatto di una generazione di giovani italiani proveniente dalle classi più povere che verrà sacrificata come carne da macello. Straordinario Gian Maria Volonte illumina ed offusca il film stesso.
giovedì 1 marzo 2018
martedì 13 febbraio 2018
venerdì 9 febbraio 2018
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