Benvenuti

Benvenuti

martedì 27 maggio 2025

I luoghi che ci salvano

 Non sempre i luoghi che ci salvano sono quelli in cui ci sentiamo felici.

Spesso sono luoghi silenziosi, umili, in cui semplicemente ci siamo permessi di esistere senza dover spiegare nulla. Senza la necessità di sorridere, di parlare, di tenere tutto insieme.

A volte è una stanza. Una piccola cucina con la finestra aperta e il rumore del traffico in sottofondo.
A volte è un tratto di marciapiede, sempre lo stesso, percorso mille volte nei giorni in cui il cuore era troppo pesante per restare in casa.
Altre volte ancora è un luogo che non esiste più — una città lasciata, un volto sfocato nella memoria, un tempo che non ritorna — ma che continua a salvarci, ogni volta che ci pensiamo.

Ho avuto anch’io i miei rifugi.
Un piccolo ponte in una città, dove tornavo ogni sera per guardare l’acqua nera scorrere.
Un bosco nei dintorni di una casa, dove il silenzio sembrava capirmi meglio di qualsiasi voce.
Un libro, letto mille volte, come un amico discreto che non fa domande.
Una canzone che, ogni volta che la ascolto, mi ricorda che ho già attraversato il buio. E sono ancora qui.

I luoghi che ci salvano non fanno rumore.
Non chiedono nulla.
Non si offendono se li dimentichiamo per anni.



Eppure, restano. Ci aspettano.
E quando ne abbiamo bisogno, ci tornano in mente come un respiro più largo, come una carezza silenziosa nel caos.

Ognuno ha il proprio atlante della salvezza.
Non è fatto di confini geografici, ma di dettagli: una luce, un odore, un istante.
E custodirlo — anche solo ricordarlo — è un modo per non perdersi del tutto.







Nessun commento:

Posta un commento