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giovedì 8 marzo 2018

Io odio la festa della donna

Ne sono consapevole. Quello che sto per scrivere, probabilmente, mi renderà impopolare agli occhi di molte di voi; spero possiate perdonarmi in partenza. Con l’esperienza ho imparato che preferisco risultare “antipatica” dicendo quello che penso e non simpatica sostenendo la verità di tutti, ma che non m’appartiene. 
Io odio profondamente la festa della donna, o meglio, non tollero – e lo urlo, così potete sentirmi tutte – le donne che utilizzano quest’occasione per uscire di casa e sfogare ogni istinto represso, come se quella sera, tutto fosse concesso.

Mi chiedo e mi domando come sia possibile che negli ultimi anni, questa festa sia diventata una specie di sagra della frivolezza e della stupidità, o meglio ancora, della “patata” .

L’8 marzo attuale è caratterizzato da orde di donne che escono da casa tirate, vestite – o svestite – di tutto punto con l’intento di farsi notare, e molto spesso non per l’eleganza.

Capita quindi – fatto realmente accaduto – mentre sei con le tue amiche seduta ad un tavolo per mangiare una semplice pizzetta, stanca, svogliata e presente alla cena solo per trascorrere del tempo con le persone alle quali vuoi bene, che rischi d’ imbatterti nei discorsi fatti dal gruppo di donne che siedono al tavolo affianco: “Andiamo a vedere lo streap dell’italiano o del brasiliano? Quello lì l’hai sentito? Se non te lo fai stasera, non te lo fai mai più”. No scusatemi, devo essermi persa un passaggio.

L’8 marzo è diventata la giornata del sesso libero? Dello – perdonate il termine – “smignottamento” gratuito e senza limiti? E non ditemi che non è così; i miei amici di sesso maschile attendono questa serata come i bambini fanno con Babbo Natale, sostenendo che in quelle ore vengono “aperte le gabbie”. 
Ma vi rendere conto? Poi, per carità, non c’è nulla di male, ognuno vive la propria vita, compresa quella sessuale, come desidera, e gestisce la propria vagina in egual modo, ma provo fastidio nel vedervi tirare fuori il peggio di voi, una volta ogni 365 giorni, utilizzando come pretesto questa ricorrenza.

Cosa farò io ? Per carità, niente mimose perché mi fanno venire mal di testa.  Probabilmente eviterò ogni locale affollato e abbandonerò le mie amiche a loro stesse, ai loro discorsi, ai loro – eventuali – spogliarelli.  Se invece voi, deciderete di festeggiare, non scordate di mettere in borsa il necessario; la pochette dei trucchi, il portafoglio, ma soprattutto il buon senso e l’amor proprio, ingredienti indispensabili non solo l’8 marzo, ma ogni giorno della vostra vita. 


mercoledì 7 marzo 2018

Uomini contro di Francesco Rosi, 1970

Tratto dal libro di Emilio Lussu Un anno sull'altipiano, è uno dei film più belli e rappresentativi  della filmografia antimilitarista. Ambientato sulle montagne del Carso durante la prima guerra mondiale il libro ed il film denunciano la violenza e l'inettitudine del potere e militare e l'uso disumano che viene fatto di una generazione di giovani italiani proveniente dalle classi più povere che verrà sacrificata come carne da macello. Straordinario Gian Maria Volonte illumina ed offusca il film stesso.